Caro Direttore,
ho letto l’articolo di Maria Teresa Meli sul «piano segreto di D’Alema». Perché piano segreto?
Franco
Marini ci prova. Concluse le consultazioni, il presidente della
Repubblica dovrebbe dare domani al presidente del Senato l’incarico di
formare un governo istituzionale con l’obiettivo di cambiare la legge
elettorale in un breve lasso di tempo per poi portare il paese alle
urne.
Ne
abbiamo avute abbastanza, di sconfitte. E non ci hanno purificato per
niente. Gli effetti buoni li anneghiamo nei nostri limiti, nei nostri
vizi e anche in qualche peccatuccio.
Il presidente della Repubblica
non ha in mano la crisi di un governo, ma quella della Repubblica. E lo è
perché la sinistra ha pensato di dover rinunciare alla sua anima per essere
legittimata a governare.
E
va bene, torniamo al futuro. Ciascuno tiri fuori la sua fede – alla
maniera in cui ce l’ha, se ce l’ha – insieme alle ragioni che lo
ispirano nel fare politica. Il dibattito pubblico si fa sempre più
religioso?
Signor
Presidente del Senato, signore senatrici, signori senatori, sono qui a
riferire al Senato sulla crisi politica che si è aperta qualche giorno
fa e sulla quale sono già intervenuto alla Camera ricevendo la fiducia.
Costruire
il Partito democratico è una scommessa complicata. Questo lo sapevano
tutti. Quelli che ci hanno creduto e ci credono ancora.
Dall’aprile
’96 all’aprile 2000 come ministro dell’Ambiente, collaborai con i
presidenti della Regione Campania, prima Antonio Rastrelli e poi,
dall’inizio del 1999, con Andrea Losco, nelle iniziative per la
gestione dell’emergenza rifiuti, in atto dal 1994.
Il giorno in cui lo Stato sembrò arrendersi, era un sabato qualunque.
Ventinove dicembre 2007, Capodanno alle porte e una gran paura che i
botti incendino i rifiuti, bruciando la plastica e liberando diossina.
Ieri lo ha fatto Walter Veltroni su “Repubblica”, adesso è la volta del suo braccio destro (e sinistro) Goffredo Bettini.