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29 Gennaio 2008

E l’interesse di parte sbarra la strada a Marini

Autore: Luigi Contu

Franco
Marini ci prova. Concluse le consultazioni, il presidente della
Repubblica dovrebbe dare domani al presidente del Senato l’incarico di
formare un governo istituzionale con l’obiettivo di cambiare la legge
elettorale in un breve lasso di tempo per poi portare il paese alle
urne. Ma nonostante la determinazione del Capo dello Stato e
gli appelli che giungono da più parti per scongiurare il voto con
l’attuale sistema (oggi si sono pronunciate in questo senso tutte le
maggiori organizzazioni imprenditoriali), la strada di Marini si fa di
ora in ora più stretta. La larga maggioranza per realizzare un simile
progetto, infatti, non c’è: Berlusconi, Fini e Bossi insistono per il
voto subito e anche la disponibilità offerta ieri da Casini per un
governo di pacificazione è tramontata. Ancora una volta
rischia di prevalere l’interesse di parte: in questi mesi il
centrodestra ha insistito tanto quanto la maggioranza per arrivare ad
una riforma che riduca la frammentazione e, soprattutto, garantisca al
Paese governi stabili. Ma in pochi giorni tutto ciò è svanito: ha vinto
il desiderio di rivincita, il miraggio del ritorno a palazzo Chigi.
Berlusconi, Fini, Casini e Bossi si assumeranno una grave
responsabilità difronte al Paese se nelle prossime ore confermeranno la
loro scelta: con questa legge elettorale il rischio che al Senato lo
schieramento vincente possa ritrovarsi ancora una volta con una
maggioranza esigua è tutt’altro che improbabile. E sarebbe l’esatto
contrario di quello di cui avrebbe bisogno l’Italia.