“Esiste il rischio che si arrivi alla dittatura della maggioranza. O meglio alla dittatura dei leader, del Re Sole e del Re Ombra”. Arturo Parisi, già critico sul tipo di opposizione del PD, non riesce ad attenuare i toni. Soprattutto non fa niente per allontanare l’allarme già lanciato su Repubblica da Eugenio Scalfari e Giuseppe D’Avanzo. Per diradare la nebbia che avvolge i provvedimenti del governo Berlusconi. Che, a suo giudizio, gettano un’ombra sinistra sul prossimo futuro. Magari non nell’immediato, ma nel lungo periodo. Soprattutto se il Partito Democratico non smetterà di “cercare il riconoscimento di Berlusconi prima di quello degli elettori”.
Dalla sua casa bolognese, l’ex ministro della Difesa chiede al suo partito di impostare l’opposizione in tutt’altro modo. Una svolta. per riconquistare la sua “autentica funzione”. Prendendo atto dei pericoli che la democrazia italiana sta attraversando e spostando in una fase successiva il dialogo sulle riforme. “Sono d’accordo con Scalfari dalla prima all’ultima riga. Descrive una dinamica che tocca tutto il Paese e non solo la maggioranza. E che è partita dalla caccia indiscriminata al rumeno dopo l’omicidio Reggiani ed è arrivata alle ronde “Democratiche” di cui sento parlare a Milano”. Il tutto provocato da una “sindrome dell’emergenza” che viene alimentata di giorno in giorno. Una paura giustificata? Cerca di calibrare ogni parola. Ma ogni verbo diventa un fendente: “È alimentata da fattori esterni. La catena paura-emergenza- poteri straordinari produce altra paura e quindi la richiesta di altre misure straordinarie. La militarizzazione, in effetti, è una sintesi di quel che accade. Impiegare 2500 soldati non può provocare ripercussioni immediate ma lancia un messaggio. La gente pensa: “allora la situazione è davvero critica””. Nel lungo periodo, però, l’effetto può essere la restrizione delle libertà. Resta in silenzio per un momento, poi sospira: “il rischio è appunto che la richiesta di una restrizione delle libertà nasca dalla richiesta della gente”.
Un pericolo che fa paventare “un potenziale eversivo mosso dalla paura e che mette capo all’accentramento dei poteri dell’esecutivo”. Con una aggravante: “chi è preposto al governo è esposto a domande che vengono da settori e gruppi portatori di una cultura democratica inadeguata”. L’esito quindi potrebbe essere non una “deriva fascista”, ma “un corto circuito dei processi democratici”. Che in questo caso penetra le sue radici sul rapporto che si è instaurato tra maggioranza e opposizione: “l’allarme più forte riguarda, come ricorda Scalfari, l’asservimento dei Parlamenti al volere della “Corona”. Dobbiamo riconoscere che l’accentramento di poteri nel centrodestra sta giustificando anche l’accentramento dei poteri nel centrosinistra. All’esautoramento dei parlamentari da parte dei ministri del Re Sole corrisponde un esautoramento dei parlamentari da parte ministri del Re Ombra. Entrambi sono coinvolti nella stessa dinamica paura-emergenza-risposta emergenziale”.
Il cuore del problema, dunque, per il professore Parisi è il dialogo tra Veltroni e Berlusconi. In particolare il tentativo di Veltroni di farsi riconoscere “come titolare esclusivo del ruolo di oppositore”. Che dà al Pd una “rendita di posizione ma non la probabilità di rivincere. Questa è affidata solo alla capacità di rappresentare un’alternativa agli occhi degli elettori. L’illusione è che la forza dell’opposizione venga dal rinoscimento da parte della maggioranza”. E invece “Veltroni, prima che da Berlusconi, deve farsi dagli elettori. Il confronto sulle riforme può svolgersi solo dopo che il Partito Democratico si è assicurato il riconoscimento degli elettori. E questo fino ad ora non mi sembra avvenuto”. Anzi, ammonisce alzando per un momento il tono della voce, le conseguenze saranno inevitabili: “una democrazia bloccata”, proprio come avveniva nella Prima Repubblica con il Pentapartito e il Pci. “Se la maggioranza è debordante e l’opposizione è inadeguata – avverte – è evidente che la democrazia è a rischio. Una degenerazione. Se non una dittatura della maggioranza, una distorsione profonda. Se non fosse per la presenza della Lega da una parte e dell’Idv e dell’Udc dall’altra, bisognerebbe prendere atto che la trama tra il Sole e l’Ombra ha messo in moto una dinamica preoccupante”.