“Il nostro slogan è sempre stato uniti per unire. Uno slogan che ci ha accompagnato fin dall’esordio, fin da quel 1995 che vide la nascita dell’Ulivo. Uniti ce la possiamo fare, uniti ce la dobbiamo fare. Uniti tra noi, con la gente, tra le gente”. E’ il messaggio che il professor Arturo Parisi, il vicepresidente della Margherita, braccio destro di Romano Prodi, lancia agli amici della Margherita delle Marche che oggi celebrano il loro primo congresso regionale. Uno degli ultimi in Italia, visto che quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Calabria, Toscana, Lazio che provvederanno comunque entro gennaio, hanno già scelto i loro dirigenti locali. “Unità e apertura” raccomanda allora Parisi – debbono diventare pratica quotidiana, concreta”.
Il congresso eleggerà Stefania Benatti alla guida del partito regionale. Unica elezione in rosa per la Margherita in Italia?
“Come non rallegrarsi per le Marche? Ma allo stesso tempo come non cogliere questa occasione per registrare il ritardo nazionale circa la capacità di coinvolgimento delle donne nella politica? Questo è un fatto che definirei “drammatico”. E pensare che le donne rappresentano una quota ormai maggioritaria in alcune importanti professioni. Penso all’incidenza che hanno raggiunto ad esempio nella magistratura o perfino nelle forze armate. Sicuramente di gran lunga superiore a quella che i partiti sono riusciti ad assicurare al loro interno. E la responsabilità è di quelli che oggi fanno politica ovvero degli uomini. La responsabilità è solo nostra?”.
Parliamo di economia. Quella marchigiana si caratterizza per il suo tessuto fatto di piccole e medie imprese che oggi soffrono di una crisi profonda. Il Governo da poche risposte. Che fare?
“Debbo dire che le mancanze di questo Governo nei riguardi delle piccole imprese non sono molto maggiori di quelle verso le altre categorie. Il problema è che a questo governo manca una visione d’insieme. La piccola impresa è costretta più ancora di altre a modificarsi perché da sola non ce la fa. Il ministro Tremonti ha associato il suo nome alla denuncia del pericolo cinese ma poi non ha dato alcun seguito positivo a questa minaccia. Non è certamente con le politiche protezionistiche che si affronta questa sfida ma mettendo in rete le piccole imprese che ad essa sono maggiormente esposte e sostenendo la loro riorganizzazione e il loro sviluppo. Da questo punto di vista la politica portata avanti nel campo dell’Universita’ e della ricerca nonchè la mancata attuazione sulla normativa sugli ammortizzatori sociali è il peggiore viatico per la riorganizzazione del sistema produttivo”.
Altro tasto dolentissimo, come dice lo stesso Rutelli, sono le infrastrutture?
“Già, la realtà è che questo governo è attratto dalla realizzazione delle grandi opere perchè si risolvono in celebrazioni propagandistiche. Ma tra queste celebrazioni ama soprattutto la posa di prime pietre destinate ad aspettare invano la posa delle seconde”.
Tutto questo a discapito dei problemi veri. Le Marche ad esempio, aspettano ancora fondi per la ricostruzione delle aree terremotate?
“Ma chi potrebbe mai chiedere però a questo governo di trasformare la difesa dell’ambiente e del territorio in una priorità? Mentre in altre regioni si continuano a sostenere ricostruzioni che riguardano eventi ormai lontani nel tempo nelle Marche dove i cantieri sono ancora aperti per eventi sismici recenti si riduce tranquillamente il finanziamento di opere indispensabili”.
Cambiamo argomento. Elezioni europee, lista unitaria, movimenti, Di Pietro. Qual è il quadro ad oggi?
“Si tratta di approfittare di questo passaggio per portare a compimento la costruzione dell’Ulivo per il quale stiamo lavorando da anni. Quale il metodo? Da una parte aprire sempre più l’Ulivo alla partecipazione dei cittadini e dall’altra portare avanti il confronto con partiti che pur appartenenti del centrosinistra, dell’Ulivo non fanno parte. Tra questi Italia dei Valori è certo il partito col quale dobbiamo arrivare al piu presto ad un confronto”.
Un confronto ancora oggi tutt’altro che arrivato a conclusione?
“Certo è un confronto che deve essere guidato dalla consapevolezza che non e’ semplice fare in pochi giorni quello che non è stato possibile fare in quattro anni ma anche dalla speranza che ci sono passaggi nei quali i giorni possono valere anni e questo e’ appunto uno di quelli. Noi siamo convinti che Di Pietro fa ora di nuovo parte del centrosinistra perché si è reso conto degli esiti negativi che la sua scelta solitaria ha prodotto. Ma crediamo che la sola convergenza tra noi e lui contro Berlusconi non sia sufficiente a definire la comune appartenenza all’Ulivo. Serve qualcosa di più, molto di più”.
Un’ultima cosa. Lei nel suo discorso all’assemblea del partito, nel novembre scorso, aveva molto battuto il tasto sulla necessità di avere “entusiasmo”. Non un entusiasmo qualsiasi frutto di una vittoria elettorale, ma di entusiasmo durevole nel tempo. Siete sulla buona strada?
“Credo proprio di sì. Nella Margherita c’è entusiasmo: un entusiasmo duraturo perchè fondato sulla comune condivisione di un progetto. I congressi regionali sono un’occasione insostituibile affinché questa condivisione e questo nostro entusiasmo si manifesti tra la gente”.