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30 Maggio 2005

Ulivo: Parisi, i ricatti di Marini non ci fanno desistere dall’Ulivo

Come è possibile che Marini pensi che possiamo assistere inerti mentre lui lavora perchè il partito si allontani ogni giorno di più dal suo patto fondativo? Come è possibile che il nostro confronto e la nostra unità interna possano sopravvivere solo perchè prigioniere di un ricatto, del ricatto di sostenere la leadership di Prodi ma a condizione che Prodi abbandoni il suo progetto?

Come è possibile far passare la rottura sulla lista unica come un altro modo di continuare il cammino dell’Ulivo mentre si denunciano come errori le scelte di unità fatte alle europee e alle regionali?

Gli ulivisti hanno fondato la Margherita pensando all’Ulivo da uomini liberi.Da uomini liberi hanno difeso dentro il partito le loro idee in questi anni battendosi contro le derive identitarie neocentriste.

Solo se la Margherita non tradirà definitivamente il patto fondativo spingendo gli ulivisti fuori da un partito nel quale non possono riconoscersi. Solo se agli ulivisti sarà consentito di difendere dentro il partito le loro ragioni essi potranno continuare a rappresentare al suo interno la voce che pur messa in minoranza nelle assemblee interne dalle conte nominative sentiamo maggioritaria tra gli elettori.

Noi non discutiamo il diritto di Marini e di De Mita di rappresentare e coltivare le loro nostalgie. Contestiamo la loro pretesa di piegarci con i diktat e con la prepotenza. Non si facciano illusioni.