A margine dell’Assemblea federale della Margherita, Arturo Parisi, Vice presidente del partito ha affermato:
“di fronte all’emergere di alcune difficoltà nello sviluppo dell’organizzazione della coalizione sento qualcuno cedere alla tentazione di gioire per la fine dell’Ulivo dando l’idea di piangerlo. Questo per poter accusare altri di responsabilità che sono anche proprie.
Per difenderci da queste tentazioni dobbiamo ricordare non solo la molta strada che ci separa dalla meta, ma anche la moltissima che abbiamo percorso. Forze che nel ’94 e ancora nel ’96 si contrapponevano tra loro militando in poli diversi e si contrapponevano allo stesso bipolarismo,
1) hanno scelto definitivamente il campo del centrosinistra a Roma e nei governi locali,
2)condividono la scelta del bipolarismo,
e 3) scegliendo l’Ulivo in modo stabile hanno ceduto tutte in modo implicito e per alcune forze in modo esplicito una parte della loro sovranità.
Basta? Certo che non basta! Soprattutto perchè se è vero che la risposta delle forze politiche è cresciuta, ancor più è cresciuta la domanda di Ulivo. E proprio in questa sfasatura, in questo gap crescente sta la difficoltà del momento. Una difficoltà che si colloca tuttavia in un processo di avanzamento squilibrato, ma pur sempre avanzamento. Non in un ripiegamento o arretramento come alcune letture strumentali vorrebbero dare ad intendere. Non c’è quindi nessuna nuova fase da aprire, perchè non c’è nessuna fase da chiudere. Ma solo un cammino da continuare senza toni ultimativi un cammino da accelerare per la costruzione di una coalizione plurale e paritaria, aperta all’apporto di nuove forze politiche e soprattutto della società. Un cammino che ha bisogno certo di regole di convivenza, ma soprattutto di essere guidato dalla ricerca di un progetto per il Paese nella quale coinvolgere i cittadini senza distinzione di provenienze”.