Mi sorprende, mi sconcerta, mi addolora. Considero infatti da tempo Bertinotti
un uomo di partito ma non un partitista indifferente alla democrazia dei
cittadini. Non posso infatti dimenticare il contributo determinante da lui
dato all’affermarsi dell’istituto delle primarie prima in occasione della
loro prima sperimentazione in Puglia e poi con la sua personale candidatura
a quelle nazionali.
Capisco che da Presidente della Camera non possa che essere
contrariato dalla difficoltà incontrata dai partiti a trovare un accordo in
Parlamento che metta riparo ai danni prodotti dalla inqualificabile legge
promossa dalla politica e dalla cultura del suo predecessore. Ma da qui a
considerare antidemocratico un istituto che la Costituzione ha previsto per
l’esercizio diretto della sovranità popolare ce ne passa molto, ce ne passa
troppo.
Soprattutto se proprio oggi 25 aprile ricordiamo che da un
Referendum nacque 61 anni fa la Repubblica, e un Referendum è all’origine del
superamento della crisi profonda apertasi all’inizio degli anni 90 con un
rinnovamento delle istituzioni che difficilmente sarebbe stato possibile
senza un rinnovato mandato popolare.