*(tra parentesi le parti omesse nella versione pubblicata)
** domanda non contenuta nella intervista originale
ROMA “Può aver voglia di scherzarci sopra solo chi non ha vissuto o ha dimenticato tutta la fatica fatta per arrivare al Pd”. Arturo Parisi, che dell’Ulivo è stato il co-fondatore, non vuole credere che all’interno del Pd si arrivi alla scissione. E quindi al fallimento di quel progetto iniziato con Romano Prodi.
Professore, Franco Monaco, storico esponente dell’Ulivo la vede in maniera diversa. Pensa invece che bisogna “amichevolmente” separarsi.
“Una contraddizione in termini. Perchè separarci se si è ancora amici? *(E come illudersi di ritrovarsi se amici non si è più?) Già da sola l’idea di una “scissione amichevole” dà l’idea del disagio profondo che attraversa le minoranze del Pd. Un disagio che sul piano personale comprendo e comunque rispetto, ma che sul piano politico sento al momento impotente e purtroppo infecondo. Conoscendo Monaco l’ho letta come una provocazione affettuosa, come la nostalgia di una stagione *(nella quale, già pensando al Pd, gli ulivisti si unirono per unire il centrosinistra contro chi invece aveva ceduto alla divisione.)”
Però Fassina, Civati, D’Attore hanno lasciato la casa madre. L’ultimo a resistere è l’ex segretario Pier Luigi Bersani. E’ la resistenza di chi non si arrende al nuovo corso?
“Da una parte sta la resa solitaria alla divisione, dall’altra la resistenza di chi non vuole arrendersi ad essa. In tutti tuttavia il rifiuto di fare i conti con la nuova stagione aperta dalla fondazione del Pd come partito nuovo non riducibile alla somma di partiti passati. *(La difficoltà di aprire un confronto, che chiama le minoranze a dirsi minoranza, e la minoranza a farsi alternativa. In nome tuttavia di un disegno politico nuovo, non di abitudini antiche. E soprattutto dentro la stessa casa, non in una casetta separata e magari perfino più rissosa di quella grande.)
In una cena si sono gettate le basi per un nuovo soggetto politico su proposta del politologo e deputato dem Carlo Galli. Si riconosce in queste posizione?
“Se mette capo ad un confronto aperto, un confronto politico magari teso ma tuttavia democratico, non può che essere d’aiuto a tutti. Fin dalla sua nascita il Pd è purtroppo segnato da un grave deficit di pensiero politico. Il giusto rifiuto di un pensiero comune non può impedire di pensare in comune”.
Si fa un gran parlare di “nuovo Ulivo”. Chi dovrebbe essere il nuovo federatore?
“Nuovo Ulivo? Federatore? Prima di pensare a come dividersi per poi federarsi penso sia il caso di ragionare su come stare assieme. Può avere voglia scherzarci sopra solo chi non ha vissuto o ha dimenticato tutta la fatica fatta per arrivare al Pd, *(alla lotta, sì lotta, per passare dall’Ulivo dei partiti, al partito dell’Ulivo, dalla stagione in cui fummo divisi dall’Ulivo a quella nella quale ci presentammo Uniti nell’Ulivo. Io non l’ho dimenticato)”.
**(Quale potrebbe essere il ruolo di Romano Prodi?
“Per principio non rispondo su Prodi”)
Si profila una raffica di ricorsi contro l’Italicum. Felice Besostri, intervistato da Repubblica, paragona l’Italicum al Porcellum. Condivide?
“Nell’Italicum ci sono cose che non condivido e altre che invece apprezzo, come, ad esempio, il premio alla prima lista e il doppio turno. Del Porcellum invece non condividevo quasi niente. Sono ancora arrabbiato, sì, scriva arrabbiato, per il modo in cui sono finite al macero un milione e mezzo di firme (che ci avrebbero fatto tornare ai collegi uninominali del primo maggioritario. Se la Consulta che, grazie a Bozzi e Besostri, ha riconosciuto l’incostituzionalità del Porcellum, avesse consentito il referendum che inutilmente chiedemmo tutto sarebbe stato diverso)”.
Secondo lei cosa andrebbe ritoccato in questa nuova legge elettorale?
“La riproposizione dei parlamentari nominati e le candidature multiple. Un vero scandalo. Era su questo che si sarebbe dovuta concentrare l’opposizione alla riforma. *(Spero che la nuova ottima norma che abbassa il quorum nei referendum, introdotta nella riforma costituzionale, consenta di riconsegnare ai cittadini il diritto a loro da troppo tempo sottratto).
Renzi avrebbe in mente di modificare il premio di maggioranza, assegnandolo alla coalizione. Le sembra plausibile?
“Non riesco a crederci”.
Con il premio alla coalizione si potrebbe ritornare a parlare di centrosinistra con il trattino, e dunque del nuovo Ulivo?
” *(Che bello! Perchè poi un solo trattino? Tanti trattini! Non so se ridere o piangere. Un incubo.) Ci farebbe tornare esattamente a venti anni fa. All’Ulivo che il Mattarellum ci costrinse a fondare come una somma di divisioni, ma senza più quel sogno di unità degli Ulivisti che ha fondato il Pd”.
*(Anche se l’Ulivo è stata la mia vita ed è ancora la mia ispirazione, dobbiamo prendere atto che quella stagione è ormai passata. La vita ha preso un’altra strada. Non vede quanti tra i cittadini sono quelli che hanno ormai lasciato non solo il Pd, ma la nostra politica e quanti quelli che cittadini non sono battono con impazienza alla nostra porta? Se, nonostante questo continuiamo dopo tanto tempo a discutere ancora di Ulivi e Nuovi Ulivi, questo significa che l’Ulivo è andato avanti ma forse sono troppi quelli tornati indietro)