(ANSA)
– ROMA, 9 SET – ‘No! Andreotti non ci ha proprio convinto. Se in
romanesco ‘andare a cercarsela’ equivalesse a dire ‘esporsi a gravi
rischi a causa dell’incarico assunto’ sarebbe urgente bandire l’uso del
romanesco dal discorso politico. Peccato che Andreotti abbia parlato in
romanesco lungo tutta la sua vita. Sarebbe bene che i romani lo
invitassero a smetterla’. Lo afferma in una nota Arturo Parisi spiegando
di aver voluto ‘attendere fino a sera per cercare da qualche parte una
smentita, una spiegazione, un segno di ravvedimento. Non e’ questa la
precisazione che attendevamo. Quel suo ‘Certo e’ che se l’andava
cercando’ a proposito della uccisione di Giorgio Ambrosoli suona e resta
agghiacciante’.
La traduzione, secondo Parisi, e’ ‘un invito a
farsi gli affari propri, a non prendere posizione, ad evitare ogni
responsabilita’. In un tempo nel quale troppi invitano ad astenersi
dagli impegni pubblici per dedicarsi agli affari propri, in un momento
troppi si impegnano in politica per farsi meglio gli affari propri, ben
altre erano le parole che ci saremmo attese da una persona che siede in
Parlamento ‘a vita’ come riconoscimento dei meriti che avrebbe acquisito
al servizio della Repubblica’.