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17 Ottobre 2005

Se non parte un progetto nuovo daremo noi la casa agli ulivisti” ARTURO PARISI, il padre delle primarie in Italia: “Ora dobbiamo una risposta di qualità a questa gente

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: Repubblica

Stavolta il pallottoliere di Arturo Parisi canta vittoria, «sto benissimo», «sono felice», si scioglie il professore. «Ho fatto tre quarti d´ora di fila a Bologna. Non c´era bisogno di dirci nulla, eravamo così contenti di essere lì in tanti». Dissero che non sapeva fare di conto, quando il governo Prodi fu seppellito per un voto di scarto. Ma Parisi, di nuovo alle prese con i numeri, ha stravinto. Lui, insieme con tre milioni di cittadini. L´inventore delle primarie italiane spiega che «sì, siamo più bravi degli americani, perché non mi risulta che negli Usa si raggiunga il venti per cento di votanti. Noi lo abbiamo superato». Qui è successo, al primo esperimento. «Un risultato così se lo sognano, in America». È una gioia, «anche per uno che non si accontenta mai», sospira Parisi nel suo studio a Piazza Santi Apostoli mentre i dati dell´affluenza continuano a crescere e le urne si sono appena chiuse. Ma non può finire qui, non può finire con i partiti del centrosinistra che «da oggi cominciano a chiedersi quanti erano i miei, quanti erano i tuoi». «Nel mio seggio e in tutti i seggi d´Italia eravamo mescolati in fila senza che fosse possibile riconoscere appartenenze e provenienze. La domanda che viene dai tre milioni di ieri non è riassumibile nei soli partiti, non può essere contenuta solo lì». È vero che è felice, ma non è vero che si accontenta. «Il gruppo dirigente dell´Unione dev´essere all´altezza della domanda che viene da questa gente. Deve mescolarsi, come è successo nelle code ai seggi. I cittadini non ci chiedono soltanto di non litigare, ci chiedono di stare uniti intorno un progetto comune, nella prospettiva di un soggetto comune». Vanno spazzati via gli «espedienti tecnici»: l´Ulivo solo al Senato, l´Unione larga o stretta per trovare una casa al candidato Prodi, liste e listini. «Così trasformiamo le primarie in un problema, anziché considerarle una straordinaria risorsa». Lo sa che sarà difficile, «mi sembra già di sentirle le obiezioni». Ma il progetto è sempre quello: «Quel partito democratico che noi abbiamo chiamato Ulivo, il massimo dell´unità possibile, una risposta di qualità per non cadere nella logica che ci impone Berlusconi, la logica della porzione: i miei, i tuoi…». È un progetto aperto a tutti, a tutti quelli che si sono «mescolati». Nessuno escluso. E Parisi non riesce a credere che la Margherita, il suo partito, potrà opporsi alla costruzione di un disegno «che ha i suoi tempi e i suoi modi per essere realizzato, ma anche una direzione inequivoca. Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti, come si fa a non vederlo?». In Italia nessuna organizzazione riesce a far partecipare alla politica tre milioni di persone, per di più in un giorno solo. «Al massimo, in occasione dei congressi nazionali e in un arco temporale molto più ampio, i partiti riescono a coinvolgere 350 mila persone. È una cifra quasi dieci volte inferiore a quella di ieri». La partecipazione delle primarie rappresenta una forza «così potente da non poter essere contenuta nei soli canali partitici». Parisi evita di riaprire la vecchia polemica dell´Ulivo contro i partiti. «Io non voglio sciogliere nessuna forza politica. Ma so che 3 milioni di persone non possono essere invitate a rompere le righe così. Eppure può succedere, se la costringiamo a dividersi la gente si divide. Allora diamo ragione a Berlusconi, ha visto bene lui, ha preso il cammino giusto». Dar ragione al Cavaliere? Stavolta Parisi non farà buon viso a cattivo gioco. Lui cerca la «qualità» della proposta «oppure – avverte – siamo costretti a rispondere come Berlusconi, con la quantità delle proposte». Significa che «se non c´è un´unità politica chiara, se non iniziamo la costruzione del partito democratico» qualcuno offrirà comunque un tetto ai tre milioni di domenica 16 ottobre. «I cittadini sanno dove noi siamo e in quale direzione camminiamo». Noi, gli ulivisti, intende. E chi cammina alla fine s´incontra. Una lista delle primarie, del popolo delle primarie, dopo il «sondaggio» di ieri, sarebbe già al 12 per cento. E se ci fosse Prodi a guidarla?