2222
13 Giugno 2012

RIFORME: PARISI, ABBIAMO BISOGNO DI UN CONFRONTO ALL’ALTEZZA DELLA CRISI

Chi come me aveva denunciato l’eccessiva reticenza della relazione di Bersani all’ultima Direzione del partito e la consuetudine del finto unanimismo non può restare sorpreso dalla profonda divaricazione di posizioni tra la Presidente Bindi e la Presidente Finocchiaro. Solo qualche giorno fa sembravano aver condiviso come una sola donna la linea del Pd sulla riforma costituzionale e invece nella sede istituzionale propria scopriamo che non è così.

E’ vero che la crisi economica relativizza anche cose come la Costituzione che dovrebbero essere maneggiate con rispetto. E tuttavia se si pensa al rilievo del tema in discussione,  alla sua attualità, e il fatto che su di esso si diceva che la Direzione avesse deciso all’unanimità solo qualche giorno fa, vedere una divaricazione così profonda fa sempre effetto.

La verità è che se non si capisce che cosa la Direzione abbia deciso all’unanimità è perchè  tra le troppe cose taciute nella relazione Bersani è cosa ci si sia detti per mesi al tavolo ABC, e soprattutto perchè si sia aperta una trattativa minuscola sulla Costituzione senza che alle sue spalle ci sia stato un confronto maiuscolo sul futuro dell’Italia.

Questo è l’esito di una trattativa sulla riforma della Costituzione guidata da calcoli tattici e da convenienze immediate e non invece da una riflessione all’altezza della crisi del Paese. C’è solo da sperare che la tragedia a noi difronte ci spinga alla serietà che finora ci siamo negati. Altrimenti dovremmo riconoscere che tutto questo è servito ad evitare che si facesse quello che comunque non si può non fare. Cambiare cioè la legge elettorale. Non possiamo arrenderci.