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3 Marzo 2009

Referendum: pressing Ulivisti su Franceschini, schieri il Pd

Autore: Alessandra Chini
Fonte: Ansa

Roma – Pressing dell’area ulivista del Pd perche’ il neo-segretario Dario
Franceschini schieri il partito non solo a favore dell’accorpamento del
referendum sulla legge elettorale ad europee e amministrative, ma anche
per il si’ ai quesiti. Arturo Parisi e i suoi chiedono che
Franceschini convochi l’assemblea dei Democrats e che ci sia un
pronunciamento favorevole sulla questione. Una richiesta alla quale si
aggiungono anche un gruppo di 55 parlamentari, diversi dei quali
veltroniani, che hanno presentato oggi un appello per l’election day di
europee, amministrative e referendum il 6 e 7 giugno, ma anche perche’ il Pd, appunto, sostenga le ragioni del comitato promotore guidato da Giovanni Guzzetta.
‘Per
il profilo del Pd – si legge nel documento dei 55 – e’ importante il
sostegno al si’, visto che in caso contrario la legge attuale
risulterebbe pressoche’ immodificabile e visto inoltre che
l’abrogazione delle candidature multiple va verso il collegio
uninominale maggioritario, proposta storica del Pd’.
La questione,
pero’, e’ spinosa, visto che se il referendum dovesse passare, l’esito
sarebbe una legge dalla forte spinta bipartitica, dato che il premio di
maggioranza verrebbe assegnato alla lista (e non piu’ alla coalizione
di liste) che abbia ottenuto maggiori consensi. Per questo le posizioni
all’interno del Pd sono variegate e Franceschini parrebbe percio’
intenzionato a riunire il partito per discutere dell’argomento.
I
dubbiosi, in effetti, non mancano. L’ex presidente del Senato Franco
Marini, ad esempio, oggi esprime ‘perplessita” sul merito della
consultazione popolare. ‘Io – ammette – ho un problema perche’ il
referendum introduce una leva forte per il bipartitismo e questo puo’
creare una preoccupazione. Io, poi, credo di piu’ nelle coalizioni.
Preferisco il mattarellum ma comunque aspetto che Franceschini convochi
la riunione e ci andro’ anch’io perche’ voglio capire’.
Proprio per questo c’e’ chi invita alla cautela e a separare le due questioni dell’election day e del merito dei quesiti.
‘Bisogna
prima risolvere la questione della data – dice il costituzionalista e
deputato del Pd Salvatore Vassallo – ed e’ un problema che va tenuto al
riparo da valutazioni sul merito del referendum’.
Certo e’ che i
nodi inizieranno ad arrivare al pettine la settimana prossima quando in
Aula alla Camera arrivera’ il decreto sull’election day al quale il Pd
ha presentato una serie di emendamenti per l’accorpamento del
referendum. Un tema che, visto il risparmio che questa scelta
comporterebbe (400 milioni di euro), inizia a far breccia anche nel
centrodestra. ‘Ci sono una serie di ragioni – dice l’europarlamentare
di An Salvatore Tatarella – per cui e’ opportuno accorpare il
referendum alle tornate elettorali per europee e amministrative e sono
tutte ragioni che il Pdl non puo’ che valutare positivamente’.