Secondo Repubblica e Corriere
di ieri il referendum elettorale (per abrogare il Porcellum) andrebbe
“verso lo stop” e a “rischio bocciatura”. Eppure solo mercoledì prossimi
la Corte costituzionale si riunirà per esaminare i quesiti
Come ha valutato ieri i due articoli?
Penso che qualcuno abbia mancato gravemente di
riguardo verso la dignita’ della Corte Costituzionale. Non mi era mai
capitato che difronte ad una sentenza ancora tutta da scrivere siano
pubblicati nomi e fotografie dei giudici schierati a favore di una
posizione o dell’altra, corredati di dichiarazioni virgolettate e
indicazioni del numero di pagine delle memorie a sostegno. Non so se
dirmi preoccupato per la gratuita’ delle illazioni pubblicate o ammirato
per la puntualita’ della indagine giornalistica.
A sostegno di una eventuale bocciatura ci
sarebbe la questione di “incertezza politica” e il cambiamento di clima
politico. Lei non crede che proprio il successo della raccolta firme sia
stata una leva di cambiamento politico?
A preoccuparmi non e’ tanto la previsione della
bocciatura e il fatto che mentre manca ancora una settimana la sentenza
sia gia’ data per scontata, quanto le motivazioni addotte. A quel che
leggo sul Corriere della Sera la decisione sarebbe infatti presa a
partire da considerazioni squisitamente politiche piuttosto che
giuridiche. L’intenzione sarebbe, infatti, quella di “rassicurare” le
istituzioni e i partiti della cosiddetta “maggioranza” di governo circa
il fatto che, respinto il referendum, “le forze politiche non sarebbero
costrette a muoversi d’urgenza per cambiare la legge con l’obiettivo di
evitare la consultazione”. Il referendum sarebbe cioe’ bocciato non
perche’ il clima politico e’ cambiato, ma perche’ la sua approvazione
potrebbe disturbare il nuovo clima che si e’ determinato. Mi rifiuto di
crederci. Il ragionamento avrebbe un senso solo se il clima politico si
risolvesse nei rapporti tra le forze politiche. Come dimenticare invece
in questo momento la distanza e le difficolta’ nel rapporto tra le forze
politiche e i cittadini? Solo un incosciente o un sabotatore delle
nostre istituzioni puo’ pensare ad una bocciatura della domanda di
1.200.000 cittadini che appaia decisa solo per non disturbare i buoni
rapporti tra i partiti. E’ per questo che assieme a Morrone ho voluto
rifiutare questa lettura e rinnovare la nostra fiducia nella Corte
Costituzionale nella sicurezza che la sua decisione sara’ fondata su
argomentazioni strettamente giuridiche e guidata da valutazioni di
ordine rigorosamente costituzionale.
Cosa risponde a chi ora, sostiene che gli aspetti di incostituzionalità al “porcellum”troverebbero concordi i partiti?
Che la tentazione che attraversa i partiti sia quella
di tornare al bel tempo antico mi sembra fuori discussione. Al tempo
nel quale ai cittadini non era consentito ne’ di dire ne’ di sapere chi e
su quale programma li avrebbe governati, ma solo di delegare i
capipartito perche’, solo dopo le elezioni, forte ognuno della sua
porzione di deleghe, potesse fare e disfare ogni dieci mesi i governi.
Su questo si’ che si troverebbe in fretta la concordia.
Perchè, al contrario, i due quesiti non sono inammissibili?
In poche righe? Perche’ non e’ ammissibile che in una
democrazia i cittadini non possano ne’ scegliere ne’ bocciare chi li
rappresenta in Parlamento. Perche’ non e’ ammissibile che una legge come
il Porcellum che nessuno ha ora il coraggio di difendere perche’ la
riconosce indifendibile resti in vigore senza che nessuno abbia fatto o
possa fare nulla per toglierla di mezzo. Perche’ non e’ ammissibile che
nella evidente inazione del Parlamento non sia consentito ai cittadini
di mettervi riparo con l’unico mezzo che la Costituzione prevede a
questo fine per evitare che esploda la rivolta.
Anche Roberto Maroni alla luce del successo
della raccolta firme dichiarò che si doveva prendere atto della volontà
popolare.
Anche se un milione e
duecentomila firme raccolte d’estate in poco piu’ di un mese non erano
da sole la volonta’ popolare, erano certamente un fiume che annunciava
una alluvione. A settembre Maroni lo riconobbe, e cosi’ fece Alfano, e
tutti i capi partito. Quelli che il Porcellum avevano voluto e quelli
che del Porcellum avevano goduto. E tutti si affrettarono pure a
dichiarare che si sarebbero applicati immediatamente ad eliminare quella
vergogna. Come si puo’ invece vedere sono passati tre mesi e mezzo,
poco meno di un quarto del tempo in quel momento disponibile per portare
a termine l’impresa. Ma nessuno ha fatto nulla, a cominciare da Maroni.
Cosa succederebbe se la prossima settimana la Corte dovesse togliere
l’ingombro del Referendum?
Ma: in caso di inammissibilità che accadrebbe?
Si tornerebbe alla casella
numero uno. O provvedono i partiti a liberarci veramente dal Porcellum o
tocchera’ ai cittadini cercare altre strade per difendersi dalla
prepotenza dei capipartito.
Intervista di
Elisabetta Reguitti