La fine politica di Berlusconi e la sconfitta
del berlusconismo
è ormai
sotto gli occhi di tutti: l’incapacita’ di governare il presente e
ancor piu’ di parlare al futuro. Il nostro compito non puo’ pero’
limitarsi alla denuncia di questa evidenza
nè alla
vigilanza contro i pericolosi colpi di coda che ogni fine porta con se’.
Il nostro dovere e’ quello di mettere in campo una alternativa di
governo credibile che riapra al Paese la prospettiva
del futuro.
E’ questa la domanda essenziale contenuta nel
fiume di firme che assieme abbiamo raccolto e consegnato in Cassazione
appena due settimane fa. La richiesta
di difendere la democrazia dei cittadini dalle prevaricazioni e dalla
manipolazione dei vertici, la domanda di partecipazione diretta alle
decisioni contro una democrazia ridotta a delega. Assieme alla protesta
contro il furto di democrazia perpretato dal
Porcellum, dentro il referendum si e’ espressa potente una domanda di
ri-cominciare nel solco e nel rispetto delle regole democratiche
mettendo fine all’angoscia presente. La misura del fiume che ci ha
raggiunto in un tempo cosi’ ristretto ci dice che questa
domanda ha certo travalicato i confini del nostro campo coinvolgendo
anche democratici del campo a noi opposto. E’ tuttavia indiscutibile che
protagonista di questo movimento e’ stato il popolo del centrosinistra
che, superando i distinti riferimenti e le
legittime preferenze partitiche, ha ancora una volta manifestato una
ispirazione comune e una comune speranza.
E’ pensando a questo riferimento comune e al
passaggio drammatico che vive il Paese che sentiamo oggi il dovere di dire
che il momento di mettere in campo
in modo visibile attraverso regole condivise una alternativa di governo
non puo’ essere ulteriormente rinviato.
Lo diciamo sapendo che le prossime elezioni
sono comunque vicine. Sia che la prova elettorale precipiti
improvvisamente, sia che si svolga a conclusione
di una lunga estenuata transizione, non possiamo farci trovare
impreparati e costretti ad improvvisare le scelte sul chi, su come, e su
quali proposte debba essere costruito il futuro.
E’ perciò
urgente convocare il nostro popolo per consentirgli di pensare assieme
al futuro, e assieme fare le scelte da offrire al Paese dentro le
prossime elezioni.
Mentre chiediamo con forza il cambiamento
urgente della legge elettorale, rinnoviamo percio’ allo stesso tempo
l’appello perche’ il piu’ presto possibile,
e comunque entro l’autunno, siano indette elezioni primarie che
consentano alla coalizione di centrosinistra di presentarsi unita nelle
elezioni finali.
Lo chiediamo oggi 16 ottobre, nel sesto
anniversario delle prime elezioni primarie nazionali svolte in Europa.
Una esperienza che ci chiede certo di correggerne
i limiti e rafforzarne la ispirazione, ma che costituisce per il
centrosinistra italiano un motivo di identita’ e di orgoglio. A quella
esperienza, sperimentata in Puglia nel gennaio di quello stesso anno,
continuiamo infatti a far riferimento nelle elezioni
regionali e locali. A quella esperienza guarda lo stesso campo a noi
avverso per la sua riorganizzazione futura. A quella esperienza proprio
in questi giorni fa riferimento la sinistra francese in vista della
competizione che la attende.
Una volta tanto il riferimento siamo noi, e
non invece come troppe volte ci accade questo o quel modello assunto
dall’esperienza di altri Paesi magari proprio
a condizione della sua estraneita’ alla nostra storia nazionale.
Necessita’ dell’alternativa, costruzione di
una coalizione che la sostenga dentro la competizione e nell’azione di
governo, scelta della guida e del programma
attraverso elezioni primarie da indire nel tempo piu’ ristretto
possibile. Questi sono gli obiettivi sui quali vogliamo richiamare oggi
l’attenzione.
La nostra preoccupazione e’ oggi quella
di sottolinearne l’urgenza assoluta. Pur nel solco della esperienza
precedente quello che ci basta ribadire e’ solo
che le elezioni primarie siano aperte nella proposta e allo stesso
libere nella risposta. Costruire e manifestare l’unita’ della
coalizione, decidere in comune le cose comuni rimettendo la loro scelta
ai nostri elettori. Non una gara tra partiti per affermare,
confermare, contestare il primato di uno sull’altro. Una scelta tra
distinte proposte programmatiche avanzate da persone che come persone, e
non in rappresentanza dei propri partiti, si offrono oggi a
guidare la coalizione e domani il Paese
interpretando lo
stesso progetto ispirato dagli stessi valori e da una comune speranza.