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20 Settembre 2005

Pensieri sul dibattito sui Pacs di Arturo Parisi

Il dibattito che si è aperto sui Pacs dice quanto sia centrale, rilevante e allo stesso delicato il tema della regolazione dei rapporti di convivenza e solidarietà tra le persone. Già  solo questo ci inviterebbe tutti ad ascoltare con attenzione e rispetto tutte le voci che in questi giorni hanno preso la parola sul tema. Prendere posizione deve tuttavia spingere a esporre argomentare e approfondire il merito della propria posizione. In politica capita invece che la posizione sui singoli oggetti sia troppo spesso sostituita dal posizionamento tra i soggetti. Le posizioni più che in riferimento ai problemi vengono assunte in riferimento alle posizioni assunte dagli altri. E’ anche per questo che la manipolazione delle parole ha la meglio sul governo dei fatti, e la comunicazione sulla decisione. Anche a costo di passare per fissato lasciatemi dire che questo è l’esito avvelenato della crisi della dinamica ulivista e dello spostamento dell’enfasi dalla competizione per il governo affidata al voto maggioritario, alla competizione per la rappresentanza affidata al voto proporzionale. Gareggiare per il governo significa infatti avanzare proposte che chi vince dovrà realizzare e dar conto della loro realizzazione. Gareggiare per la rappresentanza spinge invece ad accontentarsi della rappresentazione: mentre a raccogliere gli auspici cioè i voti degli elettori tornano ad essere i partiti e i loro capi, a realizzare quei voti e a dar conto della loro realizzazione è invece la coalizione di governo è chi la rappresenta. Ecco perché anche su un tema così importante e delicato come la regolazione dei rapporti di convivenza e solidarietà tra le persone, più che i problemi contano le parole, più che la vicinanza alle persone conta la vicinanza a chi dice di rappresentarle, più che dire la nostra sui problemi conta che gli altri dicano la loro per poter dire quello che ci differenzia da loro. Ma possiamo continuare così? E poi parlano di relativismo. Ma possiamo continuare così senza sospettare che la gente se ne sia già accorta?