Roma – Il nuovo coordinamento del Pd è “monocolore” e questo significa che chi
non vi si riconosce “dovrà trovare altri modi per far sentire la
propria voce”. Arturo Parisi commenta così i nuovi organismi dirigenti
del Pd.
“Veltroni – spiega – ha scelto di costituire un coordinamento aperto alla sola maggioranza del partito, se si esclude Letta del quale non ho mai capito quali fossero gli elementi di differenza. E’ una scelta della quale prendo atto ed è allo stesso tempo un’assunzione di responsabilità”.
Aggiunge Parisi: “Avrebbe potuto scegliere una linea unitaria. Ha preferito una linea diversa. Ripeto, è una scelta della quale prendo atto. E’ evidente che chi in questi organi non si riconosce dovrà trovare altri modi per far sentire la propria voce. Escludo che si possa pensare che questo organo possa soddisfare e men che mai esaurire l’esigenza di confronto che la sconfitta elettorale impone. Vuol dire che il confronto dovrà cercare altri luoghi e altre strade dentro il partito, sui giornali e nel Paese”.
Conclude l’ex ministro della Difesa: “Non è un dramma. Anche un partito del 33% è troppo piccolo perché qualcuno possa illudersi di contenere al suo interno e men che mai nei suoi organismi dirigenti la complessità e drammaticità del confronto che ci attende. Alla fine il vero dibattito sarà tra gli elettori”.