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10 Settembre 2007

Pd: Parisi, spartizioni tra apparati. Quando è troppo è troppo.

ROMA. 10 SETTEMBRE 2007

Non riesco a crederci! Leggo oggi sull’Unità una incredibile nota sulla scelta del futuro
segretario regionale piemontese del futuro Pd. Dando conto di una richiesta del “direttivo
regionale dei Ds” perchè sia Veltroni a “sciogliere il nodo”, la nota riferisce di una
dichiarazione di Piero Fassino per il quale “per il Piemonte vale l’accordo nazionale che
attribuisce alla Margherita il segretario” specificando che questo debba essere rutelliano.
Si aggiunge poi per bocca del segretario regionale della Quercia Sergio Soave e di Maurizio
Migliavacca, coordinatore nazionale del Pd che “chi non sostiene il candidato previsto
nell’accordo nazionale” “non verrà apparentato a Veltroni”, non avrà cioè futuro alcuno.

Ripeto: non riesco a crederci. Non dico ai fatti, perchè è esattamente quello che capita
in tutte le regioni. Quello che non riesco a credere è il candore totale e il senso di
scontata fatalità col quale l’organo diessino continua a raccontarli. Non basta provare
a lanciare il candidato alle segreterie nazionali e regionali come “candidati unici”. Non
basta, dopo la sconfitta del tentativo, provare a  ripropore gli ex candidati unici come
“candidati ufficiali”. Non basta lo scoraggiamento di ogni candidatura diessina alternativa,
per dirla con Fassino in nome del valore dell’unità del partito o, per dirla con Bersani,
dello “interesse della ditta”. Non basta la spartizione tra i partiti dei candidati ufficiali
destinati a vincere nelle singole regioni e la connessa  definizione delle “liste istituzionali”.

Ma assistere ora addirittura  all’esecuzione di un accordo nazionale, ispirato al principio
del verticismo a cascata, per l’assegnazione delle segreterie regionali alle distinte correnti
interne di partito (si tratti di rutelliani, di popolari, o di ulivisti è irrilevante),
e, riservarsi magari poi di stigmatizzare a parole quelle stesse divisioni tra correnti
altrui che si alimentano nei fatti! Onestamente mi sembra troppo. Che fine ha fatto il
diniego sdegnato dell’esistenza stessa di un accordo nazionale, la pretesa della estraneità
del candidato ufficiale da questi giochi di apparato, la proclamazione della autonomia
delle singole regioni nientedimeno che in nome del federalismo?

Come potrebbero mai i cittadini
partecipare ad una elezione il cui esito è stato già scritto e magari pure appassionarsi?
E’ questo il nodo che deve sciogliere Veltroni, non quello della designazione del segretario
regionale del Piemonte. Sono queste le affermazioni che mi attenderei fossero smentite
nei fatti dal Segretario Ds Fassino e dagli organi del suo partito che continuano a riunirsi
e a deliberare sul futuro. Sono questi i fatti sui quali mi farebbe piacere sentire il
giudizio della Margherita dissolta se non mi sbaglio in nome di ben altro progetto. Sono
questi i temi sui quali mi farebbe piacere sentire cosa dicono tutti gli altri candidati:
da Letta alla Bindi.