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2 Ottobre 2008

Pd: Parisi, nasce comitato ‘Democratici per la democrazia’

Fonte: Agi

Roma – Arturo Parisi lancia un comitato
‘Democratici per la democrazia’ che presentera’ il 14 ottobre in
occasione dell’anniversario delle primarie che nel 2005 incoronarono
Romano Prodi, candidato premier del centrosinistra. Il suo e’ un
appello ai democratici affinche’ si uniscano in un comitato “negli
interessi della democrazia e del Pd”. “In occasione dell’avvicinarsi
dell’anniversario delle primarie del 14 ottobre – spiega l’ex ministro
della Difesa in una conferenza stampa a Montecitorio – lancio un
appello a tutti i democratici ad unirsi in un comitato per la
democrazia”. Parisi precisa che “non si tratta di una corrente, anche
se non ho nulla in contrario alle correnti, ma si tratta di un comitato
che si impegnera’ nelle battaglie per la democrazia, dal Lodo Alfano
alle liste bloccate. Ha un orizzonte temporale”.

L’ex ministro della
Difesa spiega quale sara’ la “linea” del comitato, in antitesi alla
linea definita da “Goffredo Bettini che invitava il Pd ad essere
radicale da un punto di vista sociale e riformista sul terreno
istituzionale. Slogan per slogan – dice – noi seguiamo la linea
opposta: radicali da un punto di vista istituzionale e riformisti da un
punto di vista sociale”. L’esponente del Pd annuncia che l’iniziativa
del 14 ottobre alla quale hanno assicurato la loro presenza Guzzetta e
Pasquino ha l’obiettivo di “chiederci cosa abbiamo fatto dei tre
milioni e mezzo di voti, di persone che hanno partecipato alle
primarie”. La conferenza stampa costituisce per Parisi l’occasione per
parlare dei “mali” del Pd. “Il Partito in questo momento e’ affollato
da congreghe, da gruppi di amici che non si sa che azione politica
svolgano. Magari ci fossero correnti accomunate non da legami
personali, ma da un’idea politica…Il male – spiega – in questo
momento e’ l’assenza di confronto politico.

Su questo richiamiamo l’attenzione. Siamo qui per individuare la
causa della mancanza del confronto politico, l’inesistenza di organi
nei quali ci possa confrontare e si possa decidere guidati dalla regola
della democrazia. Il Pd, all’indomani delle elezioni, ha rifiutato di
aprire un percorso straordinario e ha scelto di seguire quello
ordinario.

Purtroppo, dopo aver abbandonato il percorso straordinario non
riesce a far funzionare gli organi ordinari. Questo e’ il peccato del
Pd, non essere democratico”.