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26 Luglio 2009

Pd: Parisi, è meglio che i candidati misurino le parole prima di parlare

Era troppo evidente. Una discussione tutta centrata sulla simpatia o sullo spessore personale dei candidati, ci avrebbe prima o poi portato agli attacchi e agli scontri personali, poco importa che ad essere di turno sotto schiaffo, sia Franceschini, Marino o, come vedo oggi, Rutelli. Non avrei tuttavia immaginato che già al primo giorno saremmo arrivati a questo punto. Concordo perciò con Bersani, quando dice che “banco di prova della discussione deve essere quel che è avvenuto in questi venti mesi”.

Anzi, aggiungo, Bersani dice benissimo. Sono infatti sicuro che Bersani non ha definito a caso questi venti mesi come “Banco di prova”. Conviene perciò che, prima di pronunciare le parole che dirà nei prossimi tre mesi, ognuno dei candidati metta le proprie parole alla prova dei fatti che lui stesso ha personalmente compiuto in questi venti mesi. E questo vale per chi, come Franceschini, rivendicando il merito dei fatti compiuti propone il futuro come uno svolgimento del recente passato, ma non di meno per chi, come Bersani, considerando il prossimo congresso come quello veramente fondativo, si appresta a spiegare i suoi mesi passati.