Vedo di nuovo in campo il partito del 15 ottobre, il partito del “domani”, il partito che
rinvia a domani quello potrebbe fare oggi e avrebbe dovuto fare ieri. Da Bersani a Letta
troppi, apparentemente illuminati, concordano sul fatto che dal 15 ottobre bisognerà procedere
a costruire in concreto il partito democratico dal basso. Mentre riconoscono che quanto
finora è accaduto è stato in gran parte imposto dall’alto dai vertici dei partiti promotori,
rifiutano di riconoscere che il partito democratico concreto è stato, per la parte prevalente
e decisiva, già costruito, come continuazione del passato. Un partito del quale potremmo
già oggi descrivere con pochissime eccezioni l’organigramma di vertice nazionale e regionale.
Un partito che sappiamo già organizzato con una struttura di corrente, e, ancor peggio
di correnti ereditate dal passato,come i gruppi di “amici di” indifferenti alla politica
della ultima stagione democristiana. Quello che nei giorni prossimi possiamo e dobbiamo
fare è solo cercare di correggere il danno fatto con l’aiuto dei cittadini. Non ci siamo
arresi finora. Non ci arrenderemo neppure questa volta.