2222
1 Luglio 2009

Pd: Parisi a Franceschini e Bersani: né cartello elettorale, né partito quasiautosufficiente, ma alleanza politica. abbiamo capito bene?

“Il rifiuto, esplicito, della tentazione di tornare
all”‘altro ieri” ricostituendo un cartello costruito su una distinzione
consensuale tra il Centro e la Sinistra che affida la sua unitá ad un
trattino. Il disconoscimento, ancora implicito, della pretesa “di ieri”
di fare piú o meno da soli, accecati dalla illusione di un bipartitismo
quasi compiuto. Queste due affermazioni sembrano costituire
nell’intervento di oggi di Franceschini la premessa per tornare a
“declinare al futuro l’esperienza dell’Ulivo”.
Ieri Bersani evocando un “partito da combattimento”
che alluda a quella stagione, e alla partecipazione e all’entusiasmo
che la segnó, ha contestato sul piano simbolico la tesi della
discontinuitá col passato che aveva connotato la stagione conclusa
dalla disfatta del centrosinistra”. Lo afferma Arturo Parisi, leader
dei Democratici per la Democrazia e il più tenace e costante  
sostenitore dell’ Ulivo.
“Oggi – prosegue Parisi – le parole di Franceschini
potrebbero dare un contributo ulteriore, aiutandoci tutti ad uscire
dalla simbologia e dalla nostalgia. Sembra che Franceschini dica che al
Pd non basta infatti dire Ulivo per recuperare il senso di quella
esperienza, ma che il Partito deve riproporsi, come si diceva un tempo,
“timone” dell’alleanza e quindi strumento fondamentale della rotta,
abbandonando la pretesa di essere esso stesso da solo “la barca
dell’alleanza”.
“Fine della discontinuitá” col passato aveva detto ieri Bersani, torniamo allo spirito di allora.
“Declinare l’Ulivo al futuro” precisa oggi
Franceschini. Non piú partito “quasi” autosufficiente, né mero cartello
elettorale programmatico, ma alleanza politica guidata da un progetto
di lunga durata alternativo alla destra”.
Abbiamo capito bene? si chiede l’esponente ulivista
concludendo: ” I problemi presenti chiedono un tempo lungo, una
alleanza politica larga, un progetto grande, e un soggetto ampio, forte
e capace di tradurlo in azione di governo.
Senza la risposta a questa domanda, un organigramma o un altro fa poca differenza”.