Mi dispiace dissentire da Fassino. Ma perchè si possa aprire un dialogo sulle riforme non basta che la maggioranza cambi solo i toni”. Lo afferma Arturo Parisi, leader degli ulivisti.
“Come trattare infatti sul federalismo senza rinnegare in modo chiaro e forte i ripetuti oltraggi alla unità della Repubblica e le rinnovate minacce separatiste? Come trattare sulle riforme di rilievo oggettivamente costituzionale, quale ad esempio la legge elettorale, con un governo che utilizza il premio di maggioranza che gli era stato riconosciuto per rafforzare l’azione di governo, per forzare invece le regole comuni che dovrebbero essere decise in comune, come accade proprio in queste ore per il lodo Alfano?” si chiede Parisi.
“Tra Berlusconi che forza le regole per risolvere i suoi problemi personali e Bossi che attacca l’unità del Paese per rendere evidente l’ispirazione che lo guida non so proprio chi sia peggio. Non è questione di toni o di linguaggio colorito”. L’ex ministro della difesa poi conclude: “Ho ancora in mente il coro di indignazione per alcune inaccettabili parole di alcuni comici contro singole persone. Qua sotto attacco sono le istituzioni di tutti. Se la maggioranza non corregge profondamente la sua linea, per la minoranza dialogo significherebbe solo farsi complice della maggioranza accettando di legittimare la violenza contro le istituzioni magari in cambio di qualche correzione di dettaglio”.