Roma – “La realtà di ieri sera” al congresso della Margherita “è la realtà di un progetto che riparte con il piede sbagliato: a conclusione di un congresso che aveva proclamato il ritorno delle passioni, soprattutto la passione della democrazia, si inizia con il classico rito con il quale è vissuta e morta la prima repubblica, una votazione per acclamazione fatta a partire da un lavoro di ripartizione di quote al riparo dagli occhi dei cittadini. È forse un buon modo di partire questo?”. Così, intervistato a Repubblica Radio, il ministro della Difesa Arturo Parisi è tornato sulle critiche espresse ieri durante il congresso dei Dl circa la votazione che ha confermato Francesco Rutelli leader del partito.
“Il lavoro fatto – ha spiegato Parisi – non è solo quello per consentire l’elezione delle persone ma anche la ripartizione di quote che saranno lo strumento di governo del partito che nasce: le quote hanno bisogno di un denominatore, che è la quota che la Margherita chiederà inevitabilmente nel Partito democratico, una quota che chiama altre quote e che al massimo coinvonge i cittadini come una quota residua”.
“I Ds – ha continuato – si sono confrontati e partecipano a questo processo con un segno di verità più solido, non ho visto lacrime al congresso della Margherita. Al congresso Ds ho provato commozione, a quello dielle – ha concluso – rabbia”.