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21 Luglio 2006

Partito Democratico: Parisi, deve essere partito nuovo in Italia e Europa

Il Partito Democratico deve essere un “partito nuovo” sia in Italia sia in Europa, non puo’ confluire in formazioni che per sua natura cerca di superare storicamente.

  E’ quanto spiega alla’Asca il ministro Arturo Parisi che sottolinea il concetto ricorrendo all’immagine evangelica del “vino nuovo” che non puo’ essere messo in “otri vecchi”.

  “Fassino ci pone una domanda giusta -afferma Parisi- ma allo stesso tempo ci aiuta anche a dare una risposta. ‘Se Fini, che non e’ un democristiano non ha problemi ad andare nel Ppe non si capisce perche’ voi riformisti della Margherita dobbiate averne per entrare nel partito dei socialisti europei’: Appunto. Se Fini, che non e’ un democristiano, non ha problemi e’ proprio perche’ il Ppe non e’ piu’ il partito dei democristiani europei dei sei paesi fondatori, ma un partito nuovo nella composizione, nella cultura e nella funzione che e’ profondamente diverso dalla Democrazia Cristiana delle origini”.

  “Il Ppe -sottolinea Parisi- si propone infatti oggi come il partito dei conservatori europei e costituisce ormai da tempoun riferimento per la gran parte dei partiti del campo di centrodestra: dagli ormai pochi partiti di matrice cattolica a quelli genericamente cristiani, a quelli laici, coinvolgendo perfino partiti di matrice religiosa islamica”.

  “Se il Pse stesse alla originaria matrice socialista come il Ppe a quella democristiana, i problemi che i riformisti non socialisti hanno oggi a farne parte sarebbero ben diversi. La verita’ e’ -spiega Parisi- che, come abbiamo gia’
avuto occasione di dire, il ‘vino nuovo’ del Partiti Democratico ha bisogno di ‘otri nuovi’, in Europa come in Italia”.