ROMA – “Non è scaramanzia”, giura Arturo Parisi, l’ideatore del
referendum
contro il Porcellum. È realismo. Dai comitati sparsi per l’Italia arriva
la
notizia che la soglia delle 500 mila firme è stata superata. “Ma più
delle firme
raccolte contano quelle che presenteremo”. Perciò il vero obiettivo, la
vera
sicurezza, è fissata a quota 700 mila. Adesso è scattato il dibattito
sulla
modifica della legge elettorale dentro la maggioranza: “Ma senza il
referendum
ogni cammino finirebbe per chiudersi – avverte il professore -. Lo dico
considerando che sono le ultime ore a nostra disposizione. Tutti
tornerebbero
alle danze del passato”.
Sono così importanti le regole elettorali in una situazione tanto
drammatica
per l’economia?
“Penso di sì. Nella raccolta di firme vedo l’individuazione della
politica e
delle istituzioni come risposta a questa domanda di speranza. Qualcuno
aveva
parlato di antipolitica. È il contrario. Ed è un fatto che ci impegna e
ci
rassicura”.
Cosa dice il successo del quesito?
“Almeno due cose. Il riconoscimento universale che senza il
referendum nessun
percorso si sarebbe aperto. Eppoi la assoluta certezza che la legge
attuale deve
essere abrogata. Non si riesce più a trovare un solo difensore di questa
legge
indifesa perché indifendibile. Quando Alfano sostiene l’invito a
resituire ai
cittadini i loro diritti fa uno spot a favore del referendum enorme, più
grande
quasi della definizione di porcata fatta dallo stesso autore della
norma. Il
segretario del primo partito di governo e Calderoli riconoscono che con
il
Procellum era stato rubato il diritto fondamentale degli elettori. E
sono
dichiarazioni da lasciare agli atti, da tenere sempre a mente”.
Perché?
“Se per caso rimanessero senza seguito e se il referendum trovasse
degli
ostacoli quella di Calderoli e quella di Alfano sarebbero già da oggi le
frasi
scritte sui cartelli che i cittadini inalberebbero nelle piazze. Ecco
perché va
fatto uno sforzo finale nell’interesse di tutti perfino della
maggioranza di
governo. Una rabbia contro questo furto di diritti fondamentali, una
rivolta di
questa misura se incanalata nei canali istituzionali, come il
referendum, si
trasforma in una crescita della democrazia. Se dovesse dilagare fuori
dai canali
istituzionalio sarebbe invece un pericolo per la democrazia stessa”.
Tante firme sono state raccolte ai banchetti del Pd. È il momento di
dire
grazie?
“Senza dubbio centinaia di migliaia di democratici si sono affollati
ai
banchetti accomunati dagli stessi sentimenti di altri cittadini che
hanno
firmaton nei comuni. Questo referendum ha visto in prima fila anche
molti
esponenti del Pd. Purtroppo non possiamo dire lo stesso della dirigenza
che non
ha seguito il corpo del partito”.