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21 Novembre 2011

Parisi, Si al Governo Monti per tornare alla ordinarietà democratica

Fonte: L'Unione sarda
Sempre, ma questa volta
come mai in passato, difronte al voto di fiducia la risposta e’ Si’, o
No. Questo non e’ tempo di astensioni. Ne’ astensioni dichiarate, e
neppure interiori. E il mio voto e’ Si’. Un voto personale. Non
semplicemente per disciplina verso il gruppo parlamentare al quale
appartengo. Dopo la crisi aperta dalla resa di Berlusconi al
riconoscimento del suo fallimento, l’alternativa a Monti sarebbe
nell’immediato il caos.

Anche se nella mia idea di democrazia le
elezioni sarebbero state l’esito doveroso e urgente, questa volta non
sarebbe stato possibile. Purtroppo. Innanzitutto non sono in campo
alternative chiare sulle quali chiamare i cittadini a scegliere, per
fare di questa scelta la base per riprendere il cammino. Questo e’ uno
di quei momenti nei quali ci sarebbe bisogno di elezioni simili ad un
referendum. Esattamente come accadde per le elezioni del 1948 quando la
scelta fu tra un modello democratico liberale e uno socialista, e tra
l’alleanza con l’America e quella con la Russia. Ma dov’e’ oggi il
progetto europeo per il quale chiedere di pagare lacrime e sangue? E
dov’e’ il no secco e si’ a un progetto alternativo? Per chi votare per
dire si’ al primo, o al secondo? La Bce non e’ certo l’Europa, l’Europa
democratica dei cittadini della quale abbiamo urgente bisogno.

E poi: come dimenticare che se avessimo eletto il
Parlamento con questa legge, ci saremmo trovati ancora una volta nelle
mani di un Parlamento delegittimato composto di nominati dai vertici dei
partiti, oppure, come hanno chiesto 1.200.000 elettori, destinato ad
essere rieletto dopo la abrogazione del porcellum?

Detto della sua necessita’, resta che il governo Monti
e’ un governo eccezionale, piu’ che un governo a termine un governo di
scopo, un governo straordinario che lavora per il ritorno all’ordinario,
un governo che nella inevitabile ammissione della sua natura tecnica
riconosce l’urgenza di tornare alla ordinarieta’ democratica.
Mentre e’ impegnato a mettere al riparo il Paese dalla
tempesta finanziaria facendo tutto quello che non puo’ non essere
fatto, il suo compito deve essere quello di consentire il ritorno della
normalita’ democratica. Portare l’Italia a nuove elezioni nelle quali
sia consentito ai cittadini di scegliere tra progetti chiaramente
alternativi sulla base di nuove regole approvate dal Parlamento o decise
dai cittadini col Referendum.

La sua necessita’ e’ la prova dello smacco della
politica, la conseguenza del fatto che nel momento nel quale una
coalizione si arrende, non e’ ancora in campo un’altra pronta a
sostituirla al governo grazie ad un chiaro mandato chiesto agli elettori
sulla base di un progetto sottoposto al loro voto. Mentre le forze
politiche sono impegnate a sostenerlo e’ urgente che la proposta che non
e’ ancora scesa in campo si attrezzi finalmente a scendere contro
quella fallita in una chiara competizione. Guai invece se al riparo di
Monti altri lavorassero per tornare al passato, al tempo nel quale
invece di proporre ai cittadini una chiara scelta di governo, si
chiedeva una delega a governare e sgovernare a loro nome ma alle loro
spalle.