Ma davvero durante il governo non avevate percezione o sentore dell’illecito che si stava consumando?
“Altro che sentore o percezione – risponde Arturo Parisi parlando della condanna di Berlusconi per la compravendita di senatori – avvenne tutto alla luce del sole. E tutto iniziò dall’inizio. Dopo soli pochi giorni da quando aveva chiesto e raccolto sotto il segno dell’Unione e di IdV il voto degli elettori per sostenere il nostro governo contro Berlusconi, De Gregorio passò al fronte avverso incassando intanto nell’immediato la carica di Presidente della Commissione Difesa del Senato. Certo non conoscevamo allora tutti i termini dello scambio ora affidati alla sua confessione, ma il tradimento si consumò alla luce del sole annunciando come il tutto sarebbe continuato.
E così continuò. Glielo ricorda il Ministro della Difesa che appunto nella sua commissione si trovò a rappresentare difronte a lui le ragioni in nome delle quali sia lui che io eravamo stati eletti. Toccò infatti personalmenete proprio a me il compito di dover governare i contraccolpi e le conseguenze del suo tradimento. Le assicuro che non fu una passeggiata. Su un tema nel quale le differenze interne al nostro fronte erano maggiori più che su ogni altro. E nel Senato nel quale i rapporti di forza erano per noi più sfavorevoli.”
Cosa risponde a chi, in primis in Forza Italia, parla di sentenza politica <e di condanna inutile> <1>?
“<Inutile condanna? A parte la confessione della avvenuta corruzione da parte del diretto interessato, una confessione che in questa vicenda è un termine di riferimento ineludibile, un riconoscimento peraltro pagato da De Gregorio personalmente ancorchè attraverso un patteggiamento, resta che> il primo fine della giustizia è l’accertamento della verità, quale che essa sia. <Un accertamento doveroso nei riguardi delle parti coinvolte, ma ancora più nell’interesse pubblico.> Purtroppo, fino a prova contraria, la sentenza di ieri comprova quello che da tempo abbiamo sospettato e denunciato. Che se si pensa la società di mercato come la società dove tutto è mercato, parlare di politica come servizio alla cosa pubblica nell’interesse generale è pura manipolazione retorica. In questo senso e solo in questo senso si potrebbe perciò dire che questa è una sentenza politica, non perchè, come si vorrebbe dare ad intendere, sentenza di parte, ma perchè come poche altre chiama in causa l’idea e la pratica della politica.”
Le sembra perciò possibile che un reato come questo possa cadere in prescrizione in così poco tempo?
“Ho sentito che i difensori di Berlusconi stanno considerando se rinunciare alla prescrizione per allontanare dal loro assistito una macchia così infame con una assoluzione in appello e in Cassazione. Mi auguro proprio che diano seguito nei fatti alle parole. Sappiano in caso contrario che una condanna di questo tipo, ancorchè neutralizzata da una prescrizione, rende per Berlusconi la politica definitivamente inagibile per il futuro. Come si potrebbe continuare a giocare alcun gioco con un avversario che, in modo comprovato, bara così pesantemente al gioco?”
Pensa quindi anche lei che, come abbiamo titolato ieri sull’Unità che “Berlusconi si comprò anche la democrazia”?
“Fortunatamente la democrazia non si compra, o, almeno, non si compra una volta per sempre. Mi faccia però aggiungere che se a qualcuno può venire in mente di comprarsela, è anche perchè ad altri viene in mente di venderla. Ora che la stagione di Berlusconi volge al termine non vorrei che si continuasse nella narrazione per la quale essendo stato lui all’origine di tutto, la sua uscita possa anche produrre la fine di quella corruzione che la sentenza descrive e giudica.
<Se c’è qualcuno che ha pensato di potersi comprare la democrazia è perchè qualcuno si è offerto di vendere la parte della quale portava la responsabilità. Ripeto non la sua parte, ma la parte della quale portava personalmente la responsabilità nell’interesse comune.> La democrazia come la libertà è infatti un bene indivisibile.
Se questo è vero sempre, è ancora più vero in una democrazia maggioritaria, che tra tutte le forme di democrazia è per ogni cittadino di certo una delle più esigenti. Nella democrazia della metà più uno, ognuno di noi può trovarsi infatti ad essere quell’ “uno” che fa la differenza. Esattamente come è capitato a De Gregorio in occasione del voto dal quale tutto è iniziato: l’elezione del Presidente della Commissione Difesa del Senato in occasione del quale il suo passaggio da una parte all’altra ha prodotto la sua elezione a prezzo del tradimento del mandato elettorale.”
Il caso viene quindi prima e va oltre il logoramento e la caduta del Governo Prodi.
“Esattamente. E’ un problema che attraversa tutta la stagione della seconda repubblica. In essa Berlusconi ha di certo messo in gioco tutta la potenza corruttrice del suo denaro messo al servizio dei suoi personali interessi e facendo leva sugli interessi egualmente personali dei diversi attori politici. Ma, senza sminuire le gravissime responsabilità di Berlusconi, non posso dimenticare che troppi hanno fatto uso delle libertà assicurate ai rappresentanti dalla Costituzione (penso all’assenza del vincolo di mandato) per perseguire i propri disegni e interessi individuali senza preoccuparsi del patto stretto con i cittadini da loro rappresentati. Penso alle centinaia di parlamentari che in questi anni hanno modificato in corso di mandato la loro collocazione politica senza dar sufficiente conto nè prova convincente del loro disinteresse personale in questo cambiamento.”
<1> parti omesse nella versione finale pubblicata dal giornale