Roma, 3 apr. (Adnkronos) – ‘La
responsabilita’ non e’ solo di Bersani. E’ di tutto il gruppo
dirigente del partito, anche se il segretario e’ sempre il
primo’. Arturo Parisi, ulivista doc, non ci sta ad
attribuire ogni responsabilita’ della crisi del Pd post-voto solo
a Pierluigi Bersani:’Tutte le linee che si sono contrapposte nel
partito sono partecipi della stessa difficolta’. L’ex ministro
della Difesa del governo
Prodi non usa giri di parole e all’ADNKRONOS dice: ‘Hanno perso
tutte e tre le linee esistenti. Sia quella che in nome di un
‘avanti tutta’ spinse Veltroni
a sciogliere la coalizione di centrosinistra, sia quella
dell’indietro tutta’ che D’Alema
ha sempre sostenuto con l’obiettivo del ritorno al proporzionale
e di un’alleanza con l’Udc, sia quella di Bersani, che ha cercato
una posizione intermedia, approdando in un’unione di fatto tenuta
da quell’antiberlusconismo che si voleva archiviare dopo la
caduta di Prodi’.
Parisi non ha dubbi: ‘Il problema
non e’ di ‘passo’ ma e’ di me’ta. E ammesso che sia possibile
ripartire, perche’ il motore si ingolfa, bisogna riconoscere che
ci siamo fermati’. L’esponente ulivista chiede al leader dei
Democrat di valutare con piu’ attenzione il voto: ‘Serve una
riflessione piu’ accorta sui dati da parte di Bersani. Riconosca
che il partito e’ fermo. Riconosca l’origine nell’assenza di una
linea e di una meta e si svolga quella scelta che non c’e’
stata’.
Secondo Parisi ‘assistiamo a un partito
fermo, che attende sulla riva del fiume che passi il cadavere
dell’avversario. Ma anche se c’e’ una crisi della leadership di
Berlusconi, noi abbiamo
bisogno di mettere in campo un’iniziativa alternativa. La verita’
e’ che l’attuale gruppo dirigente del partito e’ forte a
sufficienza per resistere, ma le sue ragioni politiche sono
troppe vecchie per interpretare la domanda di alternativa al
centrodestra. Solo un radicale ripensamento di questi ultimi tre
anni -conclude- potrebbe correggere quella falsa partenza che
abbiamo chiamato Pd’.