Professor Parisi aveva previsto una sconfitta così sonora di Soru e del centrosinistra?
No. Onestamente no. Dire che i pronostici erano all’inizio per noi infausti é dire poco. Durante la campagna le posizioni sembravano essersi tuttavia avvicinate. E invece.
Ma il risultato delle primarie del Pd sardo non era sintomatico della crisi di Soru?
Piú che un sintomo delle difficoltá di Soru, quelle primarie sono state all’origine delle difficoltá del partito. Come dicemmo allora, in quelle primarie non era chiaro quale fosse il tipo di partito proposto dai due contendenti principali e, in particolare, quale dovesse essere per essi il rapporto tra il partito e le istituzioni. Di conseguenza lo scontro apparve come uno scontro tra chi voleva estendere il suo potere e chi, invece, voleva contenerlo.
Come giudica le dimissioni di Veltroni
Tardive e intempestive. Quando ad Aprile erano state, forse solo per buona maniera, proposte fui l’unico a prenderle sul serio. Mi convinceva soprattutto l’individuazione del 14 ottobre come data prevista per lo svolgimento delle nuove primarie. Ritenevo infatti che dopo sarebbe stato inopportuno. Ora che all’avvio del percorso elettorale mancano solo due mesi, piú ancora di allora sono convinto della loro intempestivitá.
Ora come se ne esce?
A Cagliari come a Roma, va innanzitutto riconosciuto che indietro non si torna. I vecchi vascelli sono ormai alle nostre spalle bruciati. Non possiamo tuttavia permetterci solo di continuare. Dobbiamo proprio ricominciare. Ricominciare riaprendo il confronto politico, e chiuderlo attraverso le regole della democrazia. Quale che siano le posizioni che ci distinguono, dobbiamo tuttavia ricordare che la solidarietá é il presupposto del nostro stare assieme, e l’unitá una meta da conquistare e riconquistare continuamente.
E’ sempre valido l’appello ad aprire il partito ai voltinuovi?
In ogni partito il ricambio dei gruppi dirigenti é una funzione permanente. L’apertura, l’attenzione e l’ascolto ne sono le condizioni indispensabili. Guai peró se il rinnovamento fosse scambiato col novismo che spesso é soltanto di facciata
Chi in Sardegna potrebbe raccogliere il testimone di Soru?
Il successore di Soru alla guida della Regione si chiama Ugo Cappellacci. Chi dovrá sfidare fra cinque anni Cappellacci lo sceglieremo con le primarie quando verrá il tempo.
Anche secondo lei è stato Berlusconi che ha battuto Soru?
Che l’avversario di Soru sia stato Berlusconi non c’é ombra di dubbio. Che a batterlo sia stato lui é un’altra cosa. A battere noi e Soru é stata la coalizione che lui ha messo in campo. La principale qualitá di Berlusconi é la sua capacitá di federare, tutto e il contrario di tutto, con le buone e spesso con mezzi meno buoni. Ha iniziato unendo i nazionalisti con i secessionisti, ha continuato con cattolici e laici, creando e facendo crescere la principale coalizione piglia-tutti che il nostro Paese mai conosciuta. Soru ha invece molte qualitá. Ma la prima non é certo quella di federatore. “Meglio Soru” é lo slogan col quale é sceso in campo. Meglio “soru” la regola alla quale si é attenuto con maggiore coerenza.
Come immagina la navigazione di Ugo Cappellacci?
Difficile. Quando lavorerá per i sardi, per tutti i sardi, e soprattutto per i piú deboli, non saremo tuttavia noi ad accrescere le sue difficoltá.