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18 Gennaio 2009

Parisi: il Pd rifletta, è l’occasione per rimettere insieme tutta la sinistra

Autore: Luciano Nigro
Fonte: La Repubblica

“Cazzola non é certo uno che possa essere
sottovalutato. Sarebbe un errore non prenderlo sul serio”. E’ rimasto
colpito Arturo Parisi dalla personalità “tonante” dell’ex patron del
Bologna che si candida a sindaco con l’appoggio del Pdl. A pranzo,
nella sua casa di Bologna, l’ex ministro, fondatore dell’Ulivo con
Romano Prodi, oggi fortemente critico nei confronti del Pd di Veltroni,
ha “studiato” con l’occhio attento del politologo l’intervista di
Cazzola sul sito web del Carlino. E all’ora del caffè parla volentieri
della nuova situazione che si è creata a Bologna. Partita interessante,
secondo Parisi, e ricca di opportunità “per la città innanzitutto, ma
anche per il centrosinistra”. Per il professore, infatti, la
competizione di due candidati di peso nel centro destra può aumentare
la capacità di attrarre voti al primo turno, ma spingerà il
centrosinistra a “investire sull’unità” dell’Ulivo e il suo candidato
Falvio Delbono ad “affinare meglio la proposta”. Se questo avverà,
dice, “è plausibile che il centrosinistra possa centrare l’obiettivo
già al primo turno”. E in ogni caso, anche al ballottaggio, uno
schieramento unito con un progetto forte avrebbe buon gioco sulle
“inevitabili lacerazioni” che la sfida tra Cazzola e Guazzaloca non puó
non produrre. Prima però conviene osservare il nuovo protagonista alla
moviola. “Non conosco personalmente Cazzola”, premette Parisi. Il
biglietto da visita è tuttavia notevole. “In quest’inizio più nel tono
che nei contenuti”.

“Di ragionevolezza ne ho trovato fin
troppa. Ma di proposte non é ho sentito ancora nessuna”. “Non vorrei,
sorride il professore, che ai tuoni seguisse solo una pioggerellina”.
Bologna “attende idee per il futuro all’altezza del suo passato”. Né
“mi sembra informato quando sostiene che dal governo Prodi Bologna non
ha avuto nulla: solo per fermarmi al mio settore, basterebbe citare il
massiccio trasferimento di caserme alla cittá, dopo anni di tentativi a
vuoto, la prima, e la piú consistente valorizzazione di beni
demaniali”. Intanto, però, ha già detto che non farà la moschea e che
il Civis è tutto da rifare, osserviamo. “Piú che proposte operative,
quelle che ci si potrebbe attendere da un uomo del fare- obietta il
professore – mi sembrano messaggi simbolici fatti per comunicare la sua
distanza da qualcuno e il suo posizionamento politico”. Insomma, “per
ora messaggi scontati”. “Idee forti, in positivo, non ne ho sentite.”
Progetti, ne è certo Parisi, che invece verranno da
Delbono. “Ho fiducia in lui, non solo perché è della mia parte
politica, ma perché lo conosco e lo apprezzo. Ha idee e col tempo
troverà il modo di illustrarle”. In ogni caso, per il professore, la
competizione di almeno tre candidati di peso sarà per la città
un’occasione per crescere. Chi avvantagerà questa partita a tre?
Favorirà o complicherà le cose al centrosinistra? “La concorrenza
interna allarga certamente le potenzialità del centrodestra al primo
turno – riconosce Parisi – poi viene peró il momento di stringere”. La
pluralitá di proposte può aumentare i consensi al primo turno solo se
le proposte sono effettivamente diverse. Per allargare il loro spazio
“devono accentuare le divisioni politiche o quelle personali”. In
entrambi i casi, rimettere poi insieme i pezzi sarà dura. “Tra il primo
e il secondo turno insomma piú che un mare potrebbe esserci un oceano”.
Dunque? “Il centrosinistra non deve sottovalutare i pericoli, ma
Delbono ha tutte le chance per superarli, vincendo anche al primo
turno. E comunque le divisioni tra Pdl e Udc rende fondata la
prospettiva al secondo turno”. Un invito a Delbono a ricostruire
l’unione a Bologna? “Certo non possiamo ripetere l’errore fatto da
Veltroni nelle ultime elezioni politiche” dice Parisi evitando di
addentrarsi nelle formule.

Ma sarà una battaglia tra Cazzola e
il Pdl, Guazzaloca e l’Udc e Delbono con il centrosinistra? O ha
ragione Casini quando dice che le amministrative sono un’altra cosa?
“La riprova che Casini non ha ragione – sorride il professore – è che
lui questo discorso lui lo fa identico qui come a Roma, a livello
politico e amministrativo. L’Udc segue uno schema centrista contro uno
schema bipolare. Diciamo che anche a Bologna Casini parla con accento
romano”.

E come valuta Parisi il divieto di preghiera deciso dalla Questura a proposito della manifestazione del 24 gennaio?
“Più che vietare – risponde il professore – occorrerebbe evitare”. Il
divieto, dice Parisi, “deve nascere da valutazioni specifiche di di cui
non sono a conoscenza”. In generale, però, le manifestazioni di
Bologna, Milano e di molte città europee “sono un fatto nuovo che non
va preso sotto gamba”. “Più che una provocazione verso i cattolici sono
una nuova sfida al principio di laicità. Ma dobbiamo ricordare che la
sovrapposizione di religione e politica che temiamo è un’esperienza non
é per il nostro paese una esperienza nuova: non possiamo dimenticare il
partito dei cattolici vissuto da qualcuno, quasi come un partito di
Dio, cosí i partiti che si pensarono come partiti di senza Dio. E
neppure possiamo dimenticare partiti, come la Lega, oggi portavoce del
tradizionalismo cattolico che solo poco tempo fa si rifacevano a riti e
tradizioni pagane in polemica con la Chiesa di Roma. Insomma prima di
dare lezioni agli altri dobbiamo ricordare che il principio di laicità
che costituirebbe uno dei valori fondamentali della nostra societá è
stato abbondantemente disatteso da troppi. Per questo ho trovato
rassicuranti le parole dell’Imam della moschea di via Pallavicini Said
Mahdy che invita a distinguere il momento della manifestazione da
quello della preghiera”.