13 Gennaio 2012
PARISI: I PARTITI ORA PUNTERANNO AL PROPORZIONALE
Autore: Carlo Bertini
Fonte: La Stampa
«Non c’è dubbio che ora si allontana a velocità
crescente la possibilità di avere un sistema maggioritario che consenta
ai cittadini di decidere». Arturo Parisi, principale trainer insieme a
Di Pietro del comitato referendario, non nasconde che ora la sua «più
grande preoccupazione» è quella che i partiti stiano immobili per mesi
salvo approvare all’ultimo minuto una riformina che si lmiti a ritoccare
il «porcellum» in senso proporzionale.
Ritiene che nel giudizio della Consulta abbia pesato la volontà di non turbare il clima politico e dunque il governo?
«Alla
vigilia ho denunciato le previsioni convergenti dei principali organi
di stampa, che anticipavano questo risultato con la spiegazione che una
sentenza diversa avrebbe turbato la concordia tra i partiti che
sostengono il governo. Una spiegazione che, per quanto infondata, resta
come un alone che macchia il risultato e lo espone gravemente al
sospetto e quindi alla protesta. Io scommetto sulla rigorosa motivazione
giuridica della sentenza, ma non possiamo non farci ora carico della
rabbia e della delusione per l’immobilismo dei partiti».
Pensa sia poco sincera la delusione sbandierata dai leader per la bocciatura del referendum?
«Guardo
alla distanza tra le parole e i fatti. A ridosso del fiume di firme in
settembre, tutti i partiti si sono precipitati a dire che questa legge
era indifendibile. Alfano e Maroni, ma non solo loro, hanno promesso che
si sarebbero applicati immediatamente per cambiarla. E in quasi quattro
mesi cosa hanno fatto? Zero, zero. A questo punto non si sa neppure
cosa propongono, siamo ancora in altissimo mare, e in aggiunta, si
promette di procedere a ben altre riforme istituzionali a monte di
quella elettorale».
Tutti promettono di voler cancellare il Porcellum. Ce lo terremo invece?
«Se
guardo alla quantitá di dichiarazioni che ho collezionato mi viene da
commuovermi. Lasciamo perdere la sentenza. Se la considerazione che sia
stata decisa per evitare di turbare in questa fase i buoni rapporti tra i
partiti ha un minimo di fondamento, chi potrebbe attendersi ora un
confronto serrato sul tema elettorale? Seppure alla fine il Porcellum
non resterá tale e quale, il rischio é una leggina che all’ultim’ora
ripristini il massimo di proporzionale possibile; con i partiti pronti a
farsi riconoscere ognuno la propria quota con l’autorizzazione a
gestirla al meglio».
Ma è possibile un sistema proporzionale che salvi il bipolarismo, come evocato da Franceschini?
«Si
tornerà ai tempi del multipartitismo polarizzato, quello che vedeva da
una parte la Dc e dall’altra il Pci: un campo di frammenti dominato dai
due principali partiti, che assomigliano ai partiti di un tempo solo nel
nome. Una partitocrazia senza partiti. Obbligati, ad allearsi con le
forze minori per avere la maggioranza più uno, ma solo dopo il voto. Si
parla tanto contro le coalizioni coatte, ma di dimentica che la coazione
è il principio base della democrazia, la necessitá di assicurare ai
governi la maggioranza assoluta dei voti. Il problema é se questa
alleanza debba essere dichiarata prima delle elezioni o dopo. Chi vuole
il proporzionale non si batte contro il maggioritario, ma contro
l’obbligo di dichiarare le sue alleanze davanti agli elettori».
E quindi secondo lei come finirà?
«Continuerá il logoramento nel rapporto tra
Istituzioni e cittadini. Le parole non seguite dai fatti producono solo
ulteriore sfiducia. Chi puó mai credere che i parlamentari possano
essere mai ridotti da 945 a 400 alla vigilia del voto? Se i capipartito
vogliono recuperare un minimo di credibilitá debbono varare la nuova
legge elettorale prima dell’estate. Ma per questo il lavoro dovrebbe
iniziare domani. Ma secondo lei quanti sono quelli disposti a crederci?»