9 Ottobre 2005
Parisi: “Facciamo la lista dell´Ulivo contro il blitz della Cdl”
Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica
ROMA – «L´unica risposta disponibile, direi l´unica risposta sensata è la lista dell´Ulivo. Tutto il resto è calcolo e tattica elettorale». Arturo Parisi, promotore dei referendum sul maggioritario, non si arrende all´idea di una nuova legge elettorale ormai vicina al traguardo. E si prepara alla veglia che ha organizzato davanti a Montecitorio per domani sera. «Sembra ieri che studiavamo le formule migliori per arrivare al bipolarismo. Era il 1990. Stanno azzerando 16 anni di storia». Ma il presidente dell´assemblea federale della Margherita e leader degli ulivisti non molla nemmeno sulla sua creatura. «Siamo di fronte a una sfida, a un attacco che mette in discussione quello che abbiamo pensato e detto in questi anni. Io però sono fiducioso. Tutte le componenti del centrosinistra si rendono conto del rischio che corre la Repubblica e sento crescere le ragioni e la speranza di quel progetto che chiamammo Ulivo».
Se è una rivoluzione, verrà messa in discussione anche la leadership di Prodi?
«Fortunatamente nessuno ci pensa. L´unico punto fermo è infatti la risposta che abbiamo affidato alle primarie, alla decisione di radicare la nostra azione politica nella partecipazione dei cittadini. Guai a discutere anche questo. Il nostro progetto di governo lo agganciamo al piolo delle primarie per renderlo forte e duraturo. È per questo che dobbiamo valorizzare al massimo questo appuntamento. Le avevamo pensate come uno strumento per far avanzare la democrazia, ora sono diventate una trincea di resistenza e di difesa».
La Margherita è disponibile a riaprire il discorso della lista unica?
«Mi sembra di vedere attorno a me dei ripensamenti. Come non riconoscere che con la legge elettorale voluta dal Polo la situazione rischia di cambiare radicalmente? Faccio perciò affidamento sul senso di responsabilità, sull´acquisizione di una comune coscienza di quello che perderemmo se passasse la legge e sulla scoperta comune di quello che avevamo conquistato con il maggioritario. È come la libertà: purtroppo la si apprezza quando te la tolgono. Del resto, qualche segnale è già arrivato. Ho sentito voci proporzionalistiche da sempre, penso a Nicola Mancino, rilanciare la lista unitaria per respingere questo attacco. C´è una consapevolezza che cresce.
Spero che le scelte passate possano essere riconsiderate. Questo è il momento in cui i riformatori devono stare con i riformatori e i reazionari con i reazionari».
La risposta ulivista dovrebbe prendere forma con una lista Ds-Margherita-Sdi, con una lista più larga o con una lista di Prodi?
«Bisogna puntare alla forma di aggregazione la più estesa e la più intensa possibile. Non basta la sola estensione e non basta la sola intensità. Ma lasciamo questi problemi al futuro».
Con l´Ulivo Prodi non avrebbe problemi per la sua candidatura in Parlamento. Ma se l´Ulivo non c´è, con quale partito si candida il Professore?
«Ripeto, non è un problema del presente. Adesso siamo impegnati in una battaglia contro la riforma elettorale. E non possiamo indebolire la battaglia aprendo una discussione sulle modalità della candidatura di Prodi. Questo è il momento dell´unità. Discutere del dopo è già una resa alla sconfitta».
Infatti ha lanciato addirittura l´idea di una veglia davanti a Montecitorio domani, a partire dal tramonto. Ci sarà anche il presidente Casini nel mirino dei partecipanti?
«Casini è solo un aspetto dell´allarme. Il nostro obiettivo è consentire ai cittadini di manifestare la propria protesta e le proprie emozioni per quello che ha tutte le caratteristiche di un colpo di mano. Noi stessi stentiamo a renderci conto di quello che sta succedendo. Detto questo, non c´è dubbio: Casini, in questa vicenda, fa il garante e il garantito. Non è una questione di opportunità politica, ma un vero conflitto di ruolo. Per troppo tempo Casini è riuscito a presentarsi come un campione della moderazione, del dialogo e del confronto. Adesso è come se avesse gettato la maschera».
Nessuno nel centrosinistra pensava ci fosse qualcosa sotto quella maschera, vi fidavate del suo ruolo super partes.
«Alla sua responsabilità nel colpo di mano si aggiunge in questo caso il conflitto di ruoli. Ma gli ulivisti presenti in tutti i partiti del centrosinistra, non si sono mai illusi su Casini, sappiamo da sempre che è un uomo di parte. Non nell´esercizio delle sue funzioni, ma nella sua attività politica. La contrapposizione con lui è sempre stata nitida».
Nel programma dell´Unione ci sarà il ritorno immediato al maggioritario?
«Vuole che le ripeta ancora una volta la mia preferenza per il maggioritario e per un partito unico del centrosinistra? Non credo ce ne sia bisogno. Questo è il momento della resistenza. Il momento della sfida contro le modalità, i tempi e il contenuto di questa controriforma. Una controriforma indifferente all´interesse generale. Mai la posizione del Polo è apparsa così scoperta e sfacciata. Quando il progetto di controriforma viene presentato in Parlamento e all´opinione pubblica, lo ha mai sentito giustificato a partire dall´interesse comune? Il fatto è che dopo aver sfruttato la rivoluzione del bipolarismo e la democrazia dei cittadini per andare al potere, ora, per ridimensionare la sconfitta, Berlusconi esalta la democrazia della delega. Ecco perché non vale la pena di discutere sui particolari della nuova legge elettorale. Oggi al centro della scelta è la direzione: se andare avanti o indietro. Noi vogliamo andare avanti, consideriamo sciagurato l´azzeramento di 16 anni di storia. Dopo aver provato a farsi passare come il protagonista se non addirittura il padre del bipolarismo e della Seconda repubblica Berlusconi ha invertito la direzione di marcia. Il Cavaliere nel ´94 montò in groppa al cavallo del cambiamento per sfuggire a qualcuno che lo stava inseguendo – ed è facile immaginare chi fosse – sventolando bandiere che non gli appartenevano. Ora, di nuovo inseguito dal giudizio dei cittadini, ha immaginato di intravedere un cavallo che va nella direzione opposta, quella del ritorno alla cultura del proporzionale».
D´Alema accusa Rutelli di avere in qualche modo aperto la strada a questa legge elettorale bocciando la lista unitaria. Condivide?
«La verità è che tutti hanno dato il loro contributo al brodo nel quale Berlusconi pensa di intingere il suo pane. Ma fortunatamente si tratta di un brodino, per il momento. È il brodino del proporzionale al quale hanno contribuito i partiti senza eccezioni, accecati dall´antica tentazione della difesa della propria porzione. Ma l´iniziativa del Polo ci aiuta tutti a prendere consapevolezza del pericolo, di cosa significhi sottrarre ai cittadini lo scettro che avevano strappato alle oligarchie partitiche, del rischio della frammentazione e della crescita dell´instabilità di governo. L´idea di Ulivo, come soggetto che si fonda su un progetto di lunga durata, si mostra più che mai l´unica risposta disponibile, direi sensata all´attacco del centrodestra».