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12 Febbraio 2009

Parisi: è un voto sardo per i sardi. Non siamo più al dominio piemontese o spagnolo

Autore: Francesco Ghira
Fonte: Unione Sarda

Chi pensa che vincerà, e perché?
Noi, il centrosinistra. Un mese fa, avrei forse
esitato di piú. Ora sento invece che il giudizio positivo sui risultati
della legislatura si é esteso e consolidato. Questa volta il voto é
affidato in misura determinante ad un giudizio che verte su un
rendiconto. In passato contavano quasi esclusivamente le appartenenze
politiche affidate al voto di partito e i legami di parentela e
clientela affidati alle preferenze. Questa volta sento che un numero
decisivo di cittadini pensa invece il voto come l’espressione di una
opinione, di una opinione non di una impressione.

Un voto soltanto sardo o ha un valore politico nazionale?
Quanto il voto sia questa volta sardo lo sanno solo i
sardi.Che il voto ha un valore nazionale lo ha deciso Berlusconi nel
momento in cui ha deciso di scrivere sulla scheda il suo nome.

Come valuta la presenza forte di Berlusconi in campagna elettorale?
Le conseguenze di aver imposto la scelta come se
fosse una scelta tra Soru e Berlusconi, il centrodestra le misurerá
lunedí. Non é solo per motivi propagnadistici e neppure per rimediare
alla debolezza di Cappellacci che Berlusconi si é tuttavia candidato in
Sardegna, ma per ribadire che in Italia avremmo eletto un “monarca”,
cio é a dire che in Italia “comanda uno solo”. Deve essere chiaro a
tutti che é a Berlusconi che l’elettore dá il suo voto. É poi lui che
nomina i viceré. Cosí come con Chiodi in Abruzzo, parlando ai sardi con
Cappellacci al suo fianco, anzi con la mano sulla sua spalla, lui é qua
per dirci che il suo viceré per la Sardegna si chiama Ugo Cappellacci.
Esattamente come al tempo del dominio spagnolo o piemontese.

Come valuta le politiche di Soru?
Nonostante in tempo di elezioni si dovrebbe dire che
tutto sia stato ottimo ed abbondante, direi una bugia se dimenticassi i
limiti e i problemi, piú che per le politiche di governo, per quel che
riguarda quella che alla Difesa chiamavamo la “catena di comando”. Per
quanto si voglia essere critici, é tuttavia innegabile che il saldo tra
i diversi addendi é positivo, sicuramente positivo, in sé, e, ancor
piú, se lo si compara con altre legislature.

Pensa che Soru possa in qualche modo rilanciare la linea dell’Ulivo rispetto all’autosufficienza del Pd?
Il solo fatto che Soru abbia in una intervista
riconosciuto giustamente che “forse bisognerebbe mettere piú in risalto
la continuitá con l’esperienza di Romano Prodi e dell’Ulivo” ha spinto
alcuni a dipingerlo come un ulivista antiveltroniano, e a inventarsi un
raffreddamento del forte rapporto che lo lega al Segretario Nazionale,
e addirittura a ipotizzare l’assenza di Veltroni dalla nostra campagna
elettorale. Credo che a questo punto i fatti abbiano da soli fatto
giustizia di questa favola. Se Soru avesse avuto sul governo, sul
partito, e sulle alleanze una idea alternativa l’avrebbe sicuramente
illustrata in occasione della sua candidatura a Segretario Regionale
del Partito, con la passione che tutti gli riconoscono.

Pensa che Soru possa avere un ruolo politico nazionale?
Lo ha giá. In un partito federale come il Pd, un leader regionale é comunque un leader nazionale.