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28 Luglio 2008

Parisi, difendere il dialogo dalle sopraffazioni di Berlusconi con le armi della legge

Autore: Arturo Parisi

L’invito autorevole del Presidente Napolitano al dialogo sulle questioni istituzionali è per noi un richiamo ad una convinzione profonda che ci guida da quindici anni. E’ un invito più che mai prezioso in un contesto nel quale la solida autosufficienza parlamentare lascia alla maggioranza l’alternativa se procedere alle riforme da sola o subordinare le sue decisioni alla condivisione con la minoranza ancorchè sulla base di una scelta unilaterale”. Lo afferma Arturo Parisi, leader degli ulivisti del Pd.

“La questione aperta dalla approvazione, o, meglio, dalla imposizione del Lodo Alfano da parte di Berluscon in nome della difesa della sua personale “serenità” rischia perciò di costituire un precedente gravissimo sulla strada del dialogo futuro. Un dato è infatti certo: anche se la propaganda ha imposto un definizione opposta, Berlusconi non ha il consenso della maggioranza degli italiani. Se in parlamento dispone di un vantaggio sicuro è perchè la legge ha trasformato una maggioranza relativa di voti in una solida maggioranza assoluta di parlamentari. Questo è tuttavia finalizzato a rafforzare l’azione di governo, e non invece all’interesse o alla serenità personale del capo del Governo. Utilizzare la maggioranza dei parlamentari per imporre e garantire i propri interessi è da parte di Berlusconi, al di là dei requisiti formali, tradire lo spirito della legge e il senso delle istituzioni. Non reagire alla prepotenza imposta da Berlusconi con l’approvazione del Lodo Alfano, che conferma annuncia e incoraggia altre prepotenze, lungi dal favorire quel clima di dialogo oggi giustamente auspicato nell’interesse del Paese, rischia di pregiudicarlo definitivamente. Nessuno infatti chiamerebbe dialogo un confronto nel quale la minoranza si trovi permanentemente nell’alternativa tra prendere o lasciare. E’ proprio chi è interessato al dialogo che deve perciò avvalersi di tutti gli strumenti resi disponibili dalla legge per resistere all’aggravamento dello squilibrio dei rapporti di forza promosso da Berlusconi.

I molti che come me hanno sostenuto in questi anni il sistema maggioritario e, nonostante Berlusconi, continuano a sostenerlo per dare all’Italia un governo forte e stabile, hanno in questo contesto un dovere ulteriore. E’ infatti evidente che con una rappresentanza parlamentare proporzionale ai suoi consensi reali Berlusconi non sarebbe riuscito ad imporre la sua volontà al parlamento. Chi ha difeso il sistema maggoiritario deve perciò battersi in prima fila per mettere riparo a questa forzatura resa possibile dal maggioritario. Altrimenti la forzatura operata da Berlusconi, mentre inficia ogni possibilità di dialogo, rafforzando le ragioni dei sostenitori del sistema proporzionale, rende l’abbandono del sistema maggioritario inevitabile, a dispetto di ogni preoccupazione per l’ingovernabilità del Paese. Così come non possiamo arrenderci al ritorno alla alternativa tra lo scontro frontale e il dialogo subalterno, non possiamo arrenderci alla alternativa tra il diritto e la governabilità. La governabilità e il dialogo deve essere ricercata nel rispetto delle regole”. Infine: “Lo dico innanzitutto a quanti nel mio partito non hanno abbandonato la battaglia per la affermazione di una democrazia dialognante e governante. Non possiamo limitarci a denunciare queste forzature e lasciare ad altri la nostra bandiera”.