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10 Agosto 2010

Parisi: Di fronte a governicchi meglio le elezioni. Non vedo terzo polo ma solo confusione

Autore: Paolo Festuccia
Fonte: La Stampa
Di fronte a pasticci o governicchi è meglio andare a votare». Arturo Parisi, già ministro della Difesa del governo Prodi, lancia lo sguardo al prossimo mese, e dopo i numeri determinatisi in aula con il voto di fiducia su Caliendo, non esita a ritenere che la storia di questo governo segnata dalla ricerca di «una maggioranza volta per volta» sia «destinata a finire male».

Ma subito dopo il voto sul sottosegretario Giacomo Caliendo, molti autorevoli esponenti di governo e in più circostanze, hanno sostenuto di avere ancora i numeri per governare. E i finiani hanno ribadito di sentirsi ancora a pieno titolo all’interno della maggioranza…
«Il voto su Caliendo, il primo espresso dalla nuova formazione del Fli, ha certificato che il governo dispone al massimo di una maggioranza alla “giornata”, una maggioranza da verificare “volta per volta”. Le sembra che in tempi come questi, il Paese possa permettersi di essere governato da un governo con una maggioranza “eventuale”?».

E quindi lei sarebbe favorevole al ritorno alle urne?
«Potrebbe sembrare imprudente dire sì, ma solo la
prospettiva del voto popolare, come alternativa in questo caso
straordinaria ma pur tuttavia fisiologica, puó costringere tutti a fare
sul serio e spingere a parole meglio misurate  e a scelte piú
ragionate».

Ma in molti frenano. E anche nel suo partito, il Pd, c’è chi chiede un governo tecnico. Non solo, in molti guardano anche al cosiddetto Terzo polo, lei cosa ne pensa?
«Se
il voto non fosse vissuto con terrore non si riuscirebbe a capire
l’origine delle troppe parole sensa senso che sento moltiplicarsi.
Penso al varo di leggi elettorali pensate col fine di impedire terzi poli, “ma anche” con l’aiuto del Terzo polo che dovrebbe quindi
lavorare contro se stesso. E sento altri immaginare, invece, governi Tremonti
sostenuti dalla Lega “ma anche” dal nuovo centro sedicente
antileghista. Troppa confusione! E poi al momento l’esistenza di questo
terzo polo è tutta da dimostrare. Da bipolarista non potrei che esserne
avversario. Ma prima vorrei, almeno, assicurarmi di non essere
avversario del nulla».

Ma in Parlamento i numeri hanno mandato in crisi la maggioranza, e Casini ha parlato di una “nuova area di responsabilità”…
«In aula, per ora, esiste un partito e poco piú di tre sigle distinte. Prima che questo aggregato possa essere considerato un polo, bé ce ne passa».

Ma nel centro-sinistra molti guardano al presidente della Camera come un possibile alleato, è così?
«Dei
futuristi conosciamo al momento solo il passato, quello remoto e quello
prossimo. Il futuro di Fli, è invece ancora una scommessa.
Non posso infatti dimenticare che Fini e i suoi sono
da sempre per il bipolarismo e anche per questo motivo appena qualche
giorno fa Della Vedova ha confermato alla Camera la loro appartenenza
al centrodestra.».
Ma cosa pensa della vicenda che vede Fini personalmente sotto attacco?
«Attacco?
Diciamo pure aggressione a stampa armata. Fin quando non sará provata
una sua colpa Fini deve essere considerato innocente. Solo il rispetto
rigoroso di questa regola, sempre e per tutti, puó difenderci da questo
avvelenamento collettivo.».
Molti pensano comunque che in caso di crisi possa succedere di tutto…
«Ed
è appunto questa possibilitá che ci chiama alla massima attenzione ed
apertura. Tuttavia nella chiarezza. Sono infatti in campo due
linee alternative. La prima è di quelli che immaginano, in uno schema
bipolare, di ridefinire i perimetri delle alleanze, e deve spingere
quindi tutti a rivolgersi a tutti senza altro pregiudizio che il patto
per il governo del Paese sia stretto avanti agli elettori; la seconda, che spero sia una tentazione, ma so essere in molti una strategia, è di chi pensa l’alleanza con i partiti del cosiddetto terzo polo, come un mezzo, non solo per battere Berlusconi e il centrodestra, ma anche, e forse soprattutto, per battere il bipolarismo, restaurando il sistema politico precedente alla nascita
della seconda repubblica. Il primo scenario corrisponde alla nascita di
un nuovo polo. Il secondo alla fine di ogni polo».

E invece con chi dovrebbe dialogare il centrosinistra in caso di voto?
«Prima confrontarsi con gli alleati di oggi, come di certo è per noi l’Idv e SeL, poi con i possibili alleati di domani a cominciare dall’Udc».

L’attuale leader del Pd, Pier Luigi Bersani sarà anche per lei il candidato premier?
«Se il Pd si presentasse da solo mi sembrerebbe inevitabile. Lo dice lo statuto. Altra cosa sarebbe se, considerato che da solo il Pd fa poca strada, si dovesse invece ritornare a dar vita ad una coalizione di governo.
Quando tutti i candidati saranno in campo sceglieró quello che rappresenta meglio l’unità della coalizione e assume nitidamente nel programma come modello una democrazia governante fondata sul bipolarismo».

E qual’è lo spazio e il ruolo che potrà giocare il governatore della Puglia?
«Lo spazio di Vendola è fuori discussione. Nessuno potrebbe mettere in discussione la sua appartenenza al centrosinistra. Neppure sul suo ruolo ci possono essere discussioni. Chi potrebbe contestare il suo diritto a proporsi candidato alla guida della coalizione nelle primarie della coalizione?».
Paolo Festuccia