Onorevole
Parisi, Veltroni dice che per battere Berlusconi bisognerebbe trovare
un nuovo Prodi nella società civile: cosa ne pensa? E ancora, Bersani
candidato premier non ce lo vede?
Dire
che solo un non politico puo’ mettere d’accordo i politici e’ il
riconoscimento del fatto che le divisioni tra i politici sono superiori a
quelle che esistono nella societa’. Poiche’ i partiti come il loro
stesso nome suggerisce, sono partizioni della politica che dovrebbero
rappresentare partizioni della societa’ questo equivale a riconoscere
che le ragioni della loro esistenza vengono dal passato politico o dai
personalismi piu’ che dai conflitti sociali. E’ per questo che tra i
tratti della nuova leadership Veltroni sottolinea giustamente
soprattutto la capacita’ federativa. Una analisi e una proposta
ampiamente condivisibile. Aggiungo una riflessione che innova ampiamente
la posizione che aveva indotto lo stesso Veltroni a sostenere l’idea
che la leadership del partito dovesse tradursi automaticamente nella
leadership del governo. E’ questa una linea che tra le persone di buon
senso va peraltro diffondendosi. Lo stesso Bersani non ha mai stressato
la tesi che, a norma di statuto, chiamerebbe lui stesso a rivendicare
automaticamente la candidatura a premier. Non e’ solo perche’ nel ruolo
forse lui stesso non ci si vede.
Secondo
Bersani le mosse di Veltroni di questi giorni sono un pacco dono al
Cavaliere? Ha ragione?
No. Se
fosse per quello con la scusa di favorire l’avversario il dibattito
interno dovrebbe essere sospeso e quindi bandito stabilmente dalla vita
dei partiti, oppure tenuto nascosto limitandosi ai calci sotto il
tavolo. “Taci il nemico ti ascolta!” e’ un imperativo delle dittature.
Democrazia e’ trattare in pubblico le cose pubbliche. Se Veltroni ha una
colpa e’ semmai di aver aperto il confronto troppo tardi. Sono tre anni
che andiamo avanti a forza di conte sulle persone e reticenze sulle
scelte politiche. Se tre anni fa Veltroni avesse proposto ai cittadini
delle chiare alternative tra le quali scegliere avrebbe certamente avuto
molti meno voti alle primarie, ma il 14 ottobre invece di sapere che
aveva vinto avremmo saputo anche su quale linea. Invece ha preferito
vincere col sostegno di tutto il corpo dirigente del suo partito di
provenienza. Lo spirito del Lingotto e’ diventato uno slogan spolverato
dopo la vittoria. Se lo avesse enfatizzato prima, forse D’Alema non lo
avrebbe sostenuto e Bersani sarebbe sceso in campo dall’inizio.
Lei
è stato l’anima delle primarie quando nessuno, nel centrosinistra,
sembrava crederci: è ancora convinto della bontà di quella sua
battaglia?
Piu’
convinto che mai. Chi dovrebbe scegliere ad esempio il papa straniero
se non direttamente i cittadini? Come assicurarsi altrimenti che sia
veramente straniero se a sceglierlo fossero i politici? Come assicurarsi
che il nuovo Papa sia il papa di tutti e non invece quello inventato da
qualche partito per sopraffare gli altri? La mia convinzione comunque
non conta. Quello che vorrei e’ che ne fossero convinti gli altri. La
cosa peggiore e’ sentire le primarie rivendicate come propria proposta
da chi non ci crede e sostenute da chi le vede come il fumo negli occhi e
percio’ visibilmente le contrasta, le manipola, le rinvia, le raggira.
Veltroni
ha annunciato un movimento: ne ha davvero bisogno il Pd? Marini, che
non è mai stato prodiano, ha duramente criticato Veltroni: chi ha
ragione?
Come la maggior parte
dei politici Marini sostiene chi sta dalla sua parte e critica chi non
sta con lui. Fin quando Veltroni e Fioroni stavano con lui li ha
sostenuti, ora comprensibilmente li avversa. Poi ci sono quelli che,
come me, la fanno complicata chiamando in causa le idee. Sono Veltroni e
Fioroni, che ho in passato avversato, per una democrazia fondata sulla
competizione per il governo con una chiara distinzione tra maggioranza e
opposizione? Lo dimostrino ora in parlamento. Pensano che il Pd sia un
partito veramente nuovo e non la continuazione del Pci e della sinistra
Dc? E allora perche’ mai Marini e Castagnetti convocano, come
ex-segretari del Ppi tutti i deputati popolari del Pd?
Se
il Pd di Parisi potesse ricominciare da tre, quali sarebbero le sue
priorità?
Una:
qui e ora. Possiamo accettare che difronte alla crisi del berlusconismo
il Pd attenda da 46 giorni da spettatore che Berlusconi le provi tutte,
con le lusinghe e con le minaccie, fino a trovare a questa crisi un
termine e una soluzione. Piu’ che la riduzione del nostro seguito al 25%
il rischio e’ che assieme alla funzione di governo il partito possa
perdere la funzione di opposizione, mentre, da Bossi a Fini il
centrodestra fa contemporaneamente governo e opposizione. Che cosa
aspettiamo a chiedere finalmente conto in parlamento con una formale
mozione di sfiducia chi sta con Berlusconi e chi contro? O aspettiamo
che Berlusconi decida i modi e i tempi trasformando definitamente la
crisi della maggioranza nella crisi della democrazia? Per quanto tempo
gli italiani dovranno continuare ad assistere alla campagna acquisti, e
alle aggressioni a mezzo stampa, prima che che un appello nominale
chiarisca definitivamente in parlamento chi e’ stato intimidito e chi
comprato?
Un’ultima domanda:
esclude un ritorno di Romano Prodi?
Chiedetelo
a lui.