Se penso alla concorde decisione di prendere atto della nostra discordia che appena nove giorni fa sembrava aver messo una pietra tombale sul progetto dell’Ulivo non posso non cogliere nell’invito di Bersani a non rassegnarsi un motivo di speranza. Come possiamo rispondere alla domanda di unità che ci viene dalla gente con una resa alle nostre divisioni? Fino a quando nulla è deciso tutto è possibile. Quello che conta è che il messaggio che inviamo agli elettori dappertutto lo stesso: che l’Ulivo è vivo e si presenta in tutte le regioni del Paese guidato dallo stesso progetto riformatore. A differenza di altri dirigenti del suo partito e di altri partiti della federazione che affidano la scelta al livello nazionale Bersani rinvia a scelte da farsi regione per regione da parte degli organi regionali competenti. Ed io sono completamente d’accordo con lui. Ma questo importante riconoscimento della autonomia delle singole regioni ci farà poca strada se quanti credono nell’Ulivo, a cominciare dai dirigenti di rilievo nazionale, non si spenderanno affinchè la scelta unitaria prevalga nelle rispettive regioni. Così come mi batterò con Bersani nella nostra Emilia son sicuro che altri si batteranno nelle altre regioni: dalla Lombardia alla Liguria, dalla Toscana al Lazio. Se l’impegno sarà forte e convergente il quadro risultante non potrà che vedere prevalere il segno dell’Ulivo e il segno dell’unità. Sappiamo che il momento di tirare le somme è vicino, ma fino ad allora continueremo a spiegare le nostre ragioni e a sperare.