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1 Settembre 2011

Ora Bersani chiuda la ditta

Autore: Marco Damilano
Fonte: l'Espresso

“Il caso Penati non è isolato. Nel Pd sono rimaste le
dorsali organizzative del Pci. Anche per fare affari. E se non ce ne
liberiamo, ci schiacceranno”. Parla Arturo Parisi, che per primo pose la
questione morale nel centrosinistra.

Aziende che si fanno partiti. E partiti che si fanno
azienda, per
“fare gli affari propri e dettare le regole di tutti”. “Conta poco
che siano Compagnia delle Opere-Pdl, Fininvest-Forza Italia o
Coop-Ds”, il caso Penati non è isolato, avverte Arturo Parisi, il
padre dell’Ulivo. “E’ la confusione tra gli interessi economici
privati e l’esercizio dei poteri pubblici che va combattuta, a
destra e a sinistra”, dice il professore, impegnato a raccogliere
le firme per il referendum che cancella il Porcellum e restituisce
ai cittadini la scelta dei parlamentari.

Lei per primo parlò di questione morale a sinistra quando
Unipol provò a scalare la Bnl. Il caso Penati le dà
ragione?

“Le ragioni di allora sono destinate ad apparire sempre più
evidenti, messe di nuovo alla prova di fatti non del tutto
chiariti, meno che mai compresi. Gli stessi nomi: Coop, Unipol,
Bnl. Gli stessi tipi di connessioni e triangolazioni tra dirigenti
e organizzazioni, politiche, economiche. E la stessa confusione tra
morale e politica, come se il problema fosse di comportamenti
individuali, l’eterna lotta tra il bene e il male, l’illusione di
distinguere i buoni dai cattivi”.

E invece, qual è il problema?
“Che Penati sia colpevole o innocente dal punto giudiziario lo può
decidere solo la magistratura. Il problema sul quale dobbiamo
interrogarci è però nitidamente politico, riguarda la confusione,
il conflitto e la distinzione tra interesse generale e interesse
individuale e di parte. La confusione tra gli interessi economici
privati e l’esercizio dei poteri pubblici. E’ questa confusione che
ha raggiunto con Berlusconi il suo massimo. E’ questo conflitto che
ho denunciato e denuncio ovunque si manifesti. Nella sinistra come
nella destra. In Berlusconi, ma non meno in chi denuncia
Berlusconi”.

Per Enrico Berlinguer, lo disse trent’anni fa a Eugenio
Scalfari, la questione morale era l’occupazione dello Stato da
parte dei partiti. Parole attuali?

“Più attuali che mai. Ma alla occupazione e usurpazione delle
funzioni pubbliche si aggiunge ora un nuovo rischio. Ancor più
pericoloso. Mentre la presenza della mano pubblica si riduce in
Occidente e in Italia, si apre, magari in nome del principio di
sussidiarietà verticale, uno spazio che in troppi si propongono di
conquistare. Esattamente come nella Russia post-sovietica, nuovi
soggetti e nuovi poteri si fanno avanti per conquistare gli spazi
abbandonati. Guai se questi soggetti fossero aggregati bifronti
politico-economici, che pretendono contemporaneamente di fare gli
affari propri e dettare le regole di tutti. Sarebbe il ritorno al
feudalesimo”.

Chi sono gli “aggregati bifronti”?

“Che siano aziende che si fanno partiti, o partiti che si fanno
aziende fa poca differenza. Così come poco conta che siano la
Compagnia delle Opere- Pdl, Fininvest-Forza Italia o
Coop-Ds”.

Quali sarebbero le conseguenze?
“In Italia, come in Russia, la Repubblica che doveva essere dei
cittadini, da oligarchia dei partiti diventerebbe confederazione di
oligarchi. Capi fazione e insieme riferimento di organizzazione
economiche. Regolati da se stessi si spartirebbero lo spazio
pubblico abbandonato dallo Stato: previdenza, sanità, istruzione,
fino alla Difesa, senza un potere superiore capace di regolarli. A
dispetto dei socialisti difensori dello Stato e dei liberali
guardiani del mercato”.

Torniamo a Penati: è un caso isolato?
“Fino a quando non ho conosciuto Filippo Penati, per i miei ricordi
di liceale i Penati erano gli spiriti protettori della famiglia e
dello Stato, degli altari e dei focolari. Anche i partiti,
soprattutto quelli antichi, hanno i loro Penati, ai quali i
funzionari prestano giuramento, esattamente come facevano un tempo
i magistrati. Il problema non è perciò capire quanti siano i
Filippo Penati nel Pd, ma quali siano i Penati del Pd…”.

E quali sono i numi tutelari del Pd?
“E’ appunto questo il problema. Capire se e in che misura il Pd
abbia ereditato il modello di partito-subcultura, nato per
difendere e organizzare la condizione operaia, in una prospettiva
rivoluzionaria, e ora diventato una sovrastruttura autonoma”.