Caro direttore,
in uno dei ricorrenti
esercizi di cartografia politica,
applicata questa volta al Pd, mi trovo
mappato sul Corriere
di ieri tra i
sostenitori della proposta di Bersani. Nulla
da eccepire se la politica
fosse fatta di nomi, forme, e di
esercizi retorici come sembra in
questo scorcio d’agosto la
politica della quale si dibatte dalle mie
parti. In pochi
testi come nella lettera di Bersani mi e’ capitato di
ritrovare tutti assieme i nomi che mi hanno accompagnato in
questi
ultimi venti anni. Tra Alleanza Democratica, Ulivo,
Pd e Primarie non
saprei proprio per quale emozionarmi di
piu’. Purtroppo e
fortunatamente anche dietro le
leggerissime etichette del linguaggio
politico esistono e
sono esistiti sentimenti e cose. E il problema
della
proposta di Bersani e’ appunto che non si capisce quali
cose
stiano dietro le etichette da lui ora richiamate in
servizio, e quali
rapporti esse abbiano con le cose in nome
delle quali si e’ candidato ed
e’ stato eletto alla
Segreteria del Partito. Considerata la mia
iscrizione nella
categoria degli “ulivisti puri” e’ in per primo sul suo
Nuovo Ulivo che mi farebbe piacere avere da Bersani qualche
delucidazione in piu’. Come ironizza da par suo Vincino in
calce alla
mappa del Pd, “tornare all’Ulivo” e’ di certo
” una grande idea” una
pensata “meravigliosa” e “pazzesca”. Per capire come tornare sarebbe
utile capire il perche’ e
il come dall’Ulivo ci siamo allontanati. Senza
di questo
rischiamo di dimenticare che molte delle condizioni che
dell’Ulivo furono all’origine non esistono piu’, mentre non
sono
purtroppo venute meno le cause che ne hanno
determinato la fine. Ne’
nella proposta di Bersani mi
convince il percorso fatto di governi e di
legislature di
transizione che lui prospetta per portare il Paese
fuori
dalla disperazione. Non é tempo a mio parere di governi a
scadenza
e neppure di legislature di transizione. I governi
e le legislature
che hanno giá in partenza una scadenza
sono per definizione scadenti.
Se Bersani ritiene che sia
necessario dar vita di nuovo ad una alleanza
di natura
politica, come appunto fu per noi l’Ulivo, essa deve essere
fondata da subito su un progetto di lunga durata per il
Paese, e non
svolta come una sequenza di iniziative
eccezionali, di compromessi a
termine.
Il Paese non si puo’
permettere di attendere, ne’ noi
possiamo chiedere di
attenderci.