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29 Luglio 2013

“NON FERMATE LE PRIMARIE” di Giuseppe Meloni, L’Unione Sarda

La caccia al “papa straniero”, al nome magico che mette tutti d’accordo, non lo convince. Arturo Parisi resta un fermo sostenitore delle primarie, e diffida delle operazioni che mirano a trovare la cosiddetta “sintesi unitaria”. Il Prof appare freddo sull’ipotesi Cannavera, dà il via libera al probabile sostegno dei renziani (cui è vicino) a Francesca Barracciu, che oggi dovrebbe annunciare la sua candidatura, e ironizza sulle voci che attribuiscono a Soru l’infatuazione per l’economista Giovanni Razzu, sorsese con cattedra in Inghilterra: “Chi vuol dare un contributo alzi la mano. Ma la sua, non quella di un altro”.
 
Professor Parisi, il centrosinistra ha fissato la data delle primarie e ora cerca un nome per non farle. Tutto normale?
Sì. Finora si è svolto tutto come nella norma. Purtroppo. La verità è che il gruppo dirigente del Pd nelle primarie non ha mai creduto abbastanza.
 
Ma come, le fate solo voi.
 
Non crede nelle primarie come strumento che consente agli elettori di scegliere tra progetti alternativi, e dare quindi forza al progetto vincente da contrapporre a quello del centrodestra. Da questo i continui rinvii della loro indizione e le logoranti discussioni sulle regole. In Sardegna esattamente come a Roma. Immagini se quello che accade per la democrazia nel partito dovesse ripetersi per la democrazia di tutti. Ogni volta a interrogarsi e bisticciarsi sul se, il come e il quando fare le elezioni.
 
Ma perché chiamare gli elettori a scegliere, se spuntasse un nome che convince tutti?
Convince tutti? Se questi tutti sono gli elettori del centrosinistra non c’è altro modo di saperlo che consentirgli di dirlo.Se invece è la decina di persone che contano, si chiudano in una stanza e poi ce lo facciano sapere. Ma deciderlo in pochi e intestare questa decisione a tutti, proprio no.
 
Avrebbe senso andare a primarie in cui ogni partito, o addirittura ogni corrente, presenta il proprio nome di bandiera?
Quello che deve essere evitato è che le primarie si riducano solo ad una ulteriore conta e occasione per sventolare la propria bandiera. Ogni candidato nelle primarie deve sapere che si candida in gara con gli altri come a chi rappresenta meglio l’unità della coalizione. Esattamente come accadrà per le elezioni finali, nelle quali chi si candida a Presidente della Regione, non deve mai dimenticare che si sta proponendo a Presidente di tutti i sardi.
 
Chi vorrebbe evitare le primarie dice, tra le altre cose, che rischierebbero di essere un’anticipazione del congresso del Pd. Condivide questo timore?
Se a contare è il potere dei partiti, qualsiasi competizione sarà sempre pensata come una occasione per impadronirsi di una parte, e attraverso essa pretendere di comandare tutti. Ma l’unico modo per evitare questo rischio è battersi contro questa idea. Fare quindi del congresso di ogni partito una occasione per discutere i problemi di tutti, e non, come avviene oggi, il suo esatto contrario. Ogni riferimento all’ultima direzione del Pd è puramente casuale.
 
La convincono i nomi che circolano?
 
Se si potesse scherzare le direi che ci sono giorni che preferisco i cognomi che finiscono in u e altri nei quali sono tentato da quelli che finiscono in a. Un modo per dirle che a contare non è il suono dei nomi, e neppure la sola personalità dei candidati, ma innanzitutto la proposta che ognuno di essi avanza per uscire dalla crisi nella quale è precipitata la Sardegna.
 
Qualcuno ipotizza una convergenza dei renziani sardi su Francesca Barracciu, lei approverebbe?
Perchè no? A decidere di ogni ipotesi saranno tuttavia le proposte. Ma la precondizione di ogni proposta è la capacità di aprire un sentiero nuovo e quindi di rompere col passato, e innanzitutto con l’assetto oligarchico che caratterizza l’attuale conduzione del partito democratico. Una conduzione che ha associato il suo nome a sconfitte senza precedenti sia nelle ultime elezioni regionali che nelle recenti elezioni politiche, sconfitte sulle quali non è mai stata aperta alcuna riflessione.
 
Soru ha fatto un passo indietro, auspicando che altri lo imitino. Sottoscriverebbe un appello simile?
Passo indietro? Io auspicherei invece che chiunque abbia idee per il nostro futuro ed energie da mettere al servizio della loro realizzazione faccia un passo avanti.
 
Per come lo conosce, crede che l’ex governatore potrebbe davvero ritornare in campo, se gli altri non si ritirassero?
Potrebbe e soprattutto dovrebbe farlo a prescindere dalla scelte altrui.Nella mia idea di politica chi pensa di poter dare una risposta ai problemi di tutti, alza la mano. Ognuno la sua mano, non quella di un altro.
 
Che cosa pensa dell’ipotesi Cannavera?
Quello che ho letto sui giornali. Onestamente, troppo poco.
 
E di nomi come l’economista anglo-sardo Giovanni Razzu? È il tipo di candidato di cui il centrosinistra ha bisogno?
Un altro segno della Sardegna che cresce. Se Razzu ha maturato un progetto, son sicuro che lo metterà pubblicamente e personalmente a confronto.
 
Finora nel centrosinistra si è parlato solo di nomi. Pensa che queste continue polemiche e divisioni si riflettano sull’esito delle Regionali?
Spero proprio di no. Se si tarda ad associare ai distinti nomi le diverse idee, le primarie rischiano di costare in divisioni interne troppo di più di quel che possono rendere nella competizione esterna.