Caro direttore, sul suo giornale di ieri mi imbatto, non senza un sentimento di sconcerto e scoraggiamento, in una mia foto associata ad una didascalia nella quale si arriva a sostenere che difronte all’annuncio da parte di Prodi delle sue “dimissioni irrevocabili” da Presidente dell’Assemblea costituente “i prodiani insistono perchè ci ripensi”. Non so a quali tra gli amici di Prodi, che sono tanti e di vario orientamento, si faccia riferimento.
Certo, come molti sanno, non a me. Sia per rispetto della volontà dell’interessato che non ha solo annunciato, ma ha presentato da mesi e ripetutamente dichiarato irrevocabili le sue dimissioni. Sia per il sospetto che nutro verso questa corale insistente e tardiva manifestazione di affetto. Sia infine perchè non riesco proprio a capire di che cosa sarebbe mai simbolo la carica simbolica che si vorrebbe che Prodi continuasse a rivestire.
Non certo dell’Ulivo del quale egli è stato e rimane al di là ogni carica per tutti il riferimento. Men che mai della continuità con quella stagione considerato che è appunto in nome della rottura con il quindicennio dell’Ulivo che il Pd di Veltroni con il complice consenso di Bertinotti ha avanzato la proposta che è stata così duramente sconfitta dagli elettori prima nel Paese e poi nella Capitale.
Arturo Parisi