25 Gennaio 2006
Nella mia intervista parlavo di Berlusconi
”Vedo che Berlusconi insite nell’attribuirmi il demerito di aver sollevato la questione morale. Ammesso che abbia letto mai la mia intervista escludo che l’abbia capita. Se cosi’ fosse avrebbe infatti dovuto capire che era appunto di lui che io parlavo”: lo afferma Arturo Parisi presidente dell’Assemblea federale della Margherita.
”Berlusconi non si faccia comunque illusioni. Se lui non capisce gli italiani hanno capito benissimo. Essi sanno infatti distinguere tra la malattia e la terapia. E sanno soprattutto – prosegue Parisi – che la malattia ha un nome preciso: ‘berlusconismo’.
La confusione, tra economia e politica. La confusione tra aziende e partiti. Una malattia politica, ma una malattia politica che non diagnosticata e curata in tempo incoraggia e produce malattie morali.
E’ inutile che Berlusconi provi a dimostrare che non e’ solo lui ad avere la rogna. E’ evidente che chiunque operi in politica e nello spazio pubblico non puo’ non intrattenere rapporti con chi opera nell’economia, incontrandolo, telefonandogli, e nel caso andandoci a cena”.
”Il guaio – afferma ancora Parisi – e’ che solo Berlusconi puo’ avere rapporti con l’economia senza parlarci. Questo perche’ solo Berlusconi e’ contemporaneamente titolare in misura ineguagliabile di interessi di parte e incaricato di funzioni generali, e non ha bisogno di incontrare o di telefonare a se stesso.
E’ meglio che Berlusconi si convinca che per curare la sua rogna grattarsi non serve a niente. Per curare la sua malattia c’e’ una sola via: tagliare tutti i legami e i conflitti di interesse tra titolari di cariche pubbliche e portatori di interessi particolari.
Ma il primo passo per curare la malattia del berlusconismo – conclude Parisi – e’ mandare a casa Berlusconi”.