1) I partiti, in genere, nascono all’opposizione. Il Pd, invece, si è formato durante il governo Prodi e ora si trova ad affrontare le elezioni anticipatamente. E’ davvero una risposta alla semplificazione della politica come chiedevano gli italiani?
Se il 14 ottobre 2007 rappresenta senza dubbio la data di nascita del Pd, è a tutti evidente che essa è l’approdo di una gestazione di 13 anni e allo stesso tempo fa parte di un cammino che non considero concluso. Il segno dell’Ulivo presente nel simbolo del partito sta da solo a significare che il Pd è l’approdo di un processo politico vero e collettivo che si è svolto sotto gli occhi degli italiani, non l’invenzione di un uomo sul predellino di un’auto a Piazza S.Babila come è appunto il caso del Pdl. Quella è solo una lista elettorale. Un partito è un’altra cosa.
2) C’è ancora chi chiede se fosse proprio necessario unificare Ds e Margherita sacrificando la ragione ideale e teorica che si richiama al socialismo.
Che cosa dovremmo dire allora delle altre tradizioni ideali che sono approdate nel pd pur non richiamandosi al socialismo? Non dovremmo parlare anche per loro di sacrificio? Nessuno nel Pd chiede a nessuno di dimenticare le proprie ragioni ma piuttosto di metterle in gioco e metterle a frutto per un obiettivo più grande che si chiama Italia. Il fine della politica è superare le divisioni senza mortificare le distinzioni. Ci sono partiti che si limitano espicitamente a rappresentare la propria parte, a difendere i suoi interessi, a denunciare i problemi. Questo è importante ma questo a noi non basta. I problemi noi vogliamo risolverli non agitarli. E pur senza dimenticare che ci sono i deboli e i forti vogliamo risolverli coinvogendo tutti.
3) Le primarie del Pd, in Sardegna, sono state le uniche vere. Così le aveva definite quando scese in campo a sostegno del terzo candidato, Spanu. Però le primarie sarde hanno diviso il partito a metà.
Perchè diviso? Le primarie hanno messo in evidenza che esistevano ed esistono posizioni diverse, ma questo non ci ha impedito di ricondurle ad unità. Nei partiti democratici l’unità è nei valori e nelle regole. Tutto il resto è affidato al confronto e alla decisione comune. Se nonostante le distinzioni siamo riusciti a prendere decisioni vuol dire che l’unità dei valori e delle regole era ed è forte a sufficienza.
4) La Regione non aveva mai ottenuto dallo Stato quanto ha portato a casa col govenro Prodi. Entrate fiscali e trasferimento dei beni sono una conquista definitiva o potrebbe essere messa in dicussione da un eventuale governo Berlusconi?
Ci provino. Chi si azzardasse a mettere in discussione le conquiste raggiunte troverebbe sicuramente i sardi sulla sua strada. Tutti. Non ho dubbio. Come non preoccuparsi tuttavia per il ricatto secessionista che Bossi farebbe sicuramente pesare su un eventuale governo Berlusconi. Un ricatto forte per di più della presenza di Tremonti alla guida dell’economia, l’unico ministro per ora sicuro qualora Berlusconi dovesse vincere.
5) Si va verso una grave recessione economica nel Paese e il futuro governo, al contrario delle promesse della campagna elettorale, potrebbe dover prendere misure impopolari.
Il cielo del mondo e dell’economia globale è pieno di nuvole nere che non annunciano nulla di buono. Non è un caso che il Presidente Berlusconi che tutti riconoscono come un grande, forse il più grande, venditore di sogni annuncia per la prima volta “misure dure e impopolari” mentre Tremonti auspica una linea economica protezionista. E’ anche pensando a questa prospettiva che il governo Prodi ha accettato il rischio della impopolarità per far trovare difronte alla tempesta che si avvicinava la nave Italia con i conti in ordine. In ordine e tuttavia facendoci carico di difendere il più deboli, e difendendoci dalla tentazione di tenere la nave in porto. Cosa accadrebbe invece alle regioni e alle categorie sociali più deboli con Berlusconi e Bossi? Quando sentiamo annunciare protezioni e misure dure e impopolari, dobbiamo perciò chiederci “Dure e impopolari” per chi? A protezione di chi?
6) C’è una questione meridionale irrisolta che dev’essere rivista nel suo insieme: Il Sud e la Sardegna possono diventare la piattaforma per i traffici che arrivano dall’Oriente. Ma occorrono infrastrutture e servizi.
E’ evidente. La geografia e la storia offrono al Sud e alla Sardegna una occasione unica. Purtroppo la nostra capacità di decisione e di attuazione è inadeguata. La burocrazia e quella che è, e altrettanto si deve dire del carico di leggi e di vincoli. La nostra proposta è di intervenire sciogliendo lacci e tagliando leggi. E, io aggiungo, di evitando introdurne di nuove prima di essersi assicurati che non esistano già; cioè a dire applicando quelle esistenti. Ma soprattutto evitando la demagogia, come ho visto l’altro giorno sul Giornale di Berlusconi che accusava il governo Prodi di aver portato a termine negli ultimi tempi dal 2001 solo 4 opere. Dal 2001! Come se dal 2001 al 2006 a Palazzo Chigi ci fosse stato Prodi e non invece Berlusconi.
7) Il G8 di La Maddalena vetrina come l’Expo per Milano. Perché è nata la polemica sulla data di luglio?
Quale polemica? Anche a me pare che spostare il G8 ai primi giorni di autunno sarebbe decisamente meglio. Non è tuttavia una decisione che l’Italia possa prendere da sola. Penso che il nuovo governo potrebbe proporre lo spostamento in occasione del prossimo G8 che si svolgerà a Hokkaido in Giappone nel prossimo luglio. Se la data è stata individuata in luglio è perchè, escluso il primo, il G8 si è svolto sempre in luglio. D’altra parte sarebbe stato imprudente condizionare l’accettazione al rinvio della data.