Roma – In Libano ”i militari italiani restano guidati da una cultura e da un mandato di pace e quindi contano sino a 1 milione prima di sparare, ma sanno che la loro risposta e’ adeguata all’offesa e all’azione che si rivolgesse contro di loro”.
E’ quanto afferma il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nel corso del faccia a faccia con Giovanni Minoli che andra’ in onda questa sera alle 23,30 su Rai Tre per la serie ‘La Storia Siamo noi’, nell’ambito della trasmissione, firmata da carmenl Lasorella dal titolo ‘Beirut. L’estate dei cedri’.
Se l’esercito libanese non disarmera’ le milizie Hezbollah, continua il ministro della Difesa, ”e’ una disgrazia per tutti perche’ vuol dire che l ‘esercito libanese non e’ in grado di affermare la sua autorita’ e per quanto noi ci sostituiamo a lui non basta. Se noi ci sostituissimo all’ esercito libanese evidentemente distruggeremmo con una mano quello che costruiamo con l’ altra. Il fratello minore, ammesso che lo sia, deve imparare a cavarsela da solo sin dall’ inizio”.
Ma e’ vero che proprio il Sismi sta trattando per la liberazione dei due soldati israeliani rapiti? Arturo Parisi afferma:”so solo che sin dall’inizio abbiamo auspicato la liberazione dei soldati rapiti e non mi risulta che ci sia un’azione specifica del Sismi, tuttavia se mi risultasse non lo direi a lei”.
Sulle reazioni del mondo islamico fondamentalista alle parole del Papa pronunciate a Ratisbona, Arturo Parisi spiega:”aumenta la delicatezza del contesto tuttavia non lo cambia, i fondamentalisti erano presenti prima e lo sono ancora. Dovremo stare piu attenti anche alle parole. Chi cerca pretesti non ha difficolta’ a trovarne: non credo che questo cambiera’ la struttura della situazione”.
Tra cinque o sei mesi il comando sul campo tocca all’Italia. E’ un rischio che abbiamo calcolato? ”Fra 5 – 6 mesi comandera’ l’ONU come fa adesso. Lui forse scambia il fatto che il generale che comanda la missione Onu e’ di origine francese ma questo non fa francese la missione. Siamo tutti e due -precisa Parisi- sulla stessa barca”.
Il comandante Italiano presso la cellula strategica dell’Onu e’ stato cambiato da Kofi Annan.”Non e’ stato cambiato, e’ stato scelto all’interno della rosa che Annan ci aveva chiesto di avanzare nel rispetto delle regole.Noi avremmo preferito in prima battuta il Gene Castagnetti.La nostra vittoria e’ la costituzione della cellula che volevamo si costituisse non perche’ venisse affidata ad un generale italiano. Questo poi e’ stato imposto dai francesi. Questa e’ la nostra vera vittoria”.