L’opposizione ha detto no al lodo Alfano, ieri Veltroni ha anticipato il no al decreto sicurezza anche se rettificato: quella del PD è opposizione morbida a parole ma comunque opposizione.
Giusto, è un’opposizione che si svolge innanzitutto in Parlamento. E io sono stato e sono con Veltroni per adempiere al nostro dovere. A dire il nostro no, pur sapendo che l’esito era scontato e tutto ci sarebbe stato imposto in poche ore. Tuttavia un partito dev’essere nelle istituzioni e tra la gente, soprattutto nel momento in cui fa appello alla partecipazione. Ho già detto che il pieno delle piazze è anche l’esito del vuoto della democrazia di partito. Noi abbiamo il dovere di distinguere gli aggettivi dai sostantivi, le risposte dei comici dalle domande politiche dei cittadini e soprattutto il peso delle parole dal peso dei fatti che ci stavano imponendo in Parlamento. Una violenza contro le istituzioni, perpetrata dalla maggioranza e dal suo leader.
L’andamento della manifestazione dà più forza a chi nel Pd vuole l’accordo con l’Udc?
Purtroppo sì. Sembrava un copione già scritto. Il fatto stesso che noi ci troviamo ancora oggi a parlare della manifestazione di Piazza Navona e non dell’approvazione del Lodo Alfano sta a indicare che quanto è accaduto fosse stato in qualche modo preordinato e ha raggiunto il suo scopo.
Non si è pentito di aver partecipato alla manifestazione di Piazza Navona?
Perchè? Come ho già avuto modo di dire non si può denunciare, come hanno fatto i vertici del Pd, una situazione con parole forti, incoraggiare come legittima la protesta in piazza e limitarsi a dare l’appuntamento ai cittadini il 25 ottobre, mentre quello che si denunciava stava succedendo sotto i nostri occhi.
E, a proposito delle responsabilità di una parte degli organizzatori.
Avevo già previsto e denunciato molto prima questi rischi, condannato i contenuti e i toni di alcune affermazioni di Flores d’Arcais. Non si può invitare sul palco un trombettista e lamentarsi poi che suoni la tromba.