Stia tranquillo Gerardo Bianco. Nessuno ha intenzione di imporre a nessuno di cantare canzoni che non sono, né sente come sue. Tutti nell’Ulivo del nostro sogno potranno continuare a cantare i propri canti. I Ds e i Socialisti potranno continuare a cantare per sé e per noi l’Internazionale che è un canto bello e pieno del sentimento del quale lo hanno riempito le sofferenze e le passioni di milioni di oppressi. Nello stesso modo gli amici popolari potranno continuare a cantare Bianco Fiore che non ho mai definito un canto dei morti, e che non sarà comunque mai morto fin quando la passione dei vivi lo animerà nel presente. Quello che conta non sono i canti antichi che ci portiamo nel cuore ma i canti nuovi che siamo chiamati ad imparare assieme:dai canti popolari della nostra montagna e della nostra pianura che hai voluto ricordare alla Canzone popolare che ci accompagna dall’inizio della avventura dell’Ulivo per ricordarci il futuro. A te che parlando di canzoni hai voluto pormi un problema serio col quale intendo continuare a conforntarmi consentimi di risponderti con le parole della speranza che avrebbe usato il grande poeta turco Hikmet. Il figlio più bello è quello che non è ancora nato, il sogno più bello è quello che non abbiamo ancora sognato. Il canto più bello è quello che non abbiamo ancora cantato. Non preoccuparti Gerardo sono anche io come te non immemore del passato ma povero anche di ogni nostalgia del presente.