Il
fatto che Rutelli definisca l’attuale legge elettorale “un vero schifo”, e che
riconosca al referendum il merito di voler eliminare questo “schifo” è già
una solida base che ci accomuna. Quanto alle proposta costruens da lui
auspicata le mie idee sono abbondantmente note da tempo.
Per chi le avesse
dimenticate posso solo rinviare alla scheda numero 1 del programma
dell’Ulivo del 1996, a cominciare dal suo titolo che auspica “un patto da
scrivere insieme” al Polo a noi allora ed oggi contrapposto. In attesa di
questo nuovo patto e per sollecitare questo nuovo patto è tuttavia bene che
quanti considerano l’attuale legge come “uno schifo”, mentre lavorano in
Parlamento per un suo superamento mettano a verbale la loro domanda, la loro
indignazione e la loro impazienza firmando la richiesta di referendum.
Se
qualcosa si va muovendo è infatti solo grazie a questa pressione. Se qualcosa
arriverà
in porto è infatti solo perchè sottoscrivendo la richiesta di
referendum mettiamo a noi stessi una scadenza. Meglio se il Parlamento
approverà la nuova legge prima del referendum guidato dalla domanda dei
cittadini. Altrimenti la approverà dopo sotto la guida della risposta che
siamo costretti a chiedere col referendum ai cittadini.