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23 Luglio 2011

LEGGE ELETTORALE: PARISI, REFERENDUM CONTRO PORCELLUM, BERSANI PERDE TEMPO. IL SE NON E’ IN NOSTRE MANI, MARTEDI’ SAPREMO CHI SI FA INDIETRO

Fonte: Adnkronos

Roma – ‘Anche se non sono pochi quelli
che pensano di essere gia’ riusciti nell’intento di ucciderlo in
culla, il referendum e’ la’ in attesa che qualcuno lo porti avanti’.

In una intervista all’ADNKRONOS il deputato del Pd Arturo Parisi
rilancia sulla necessita’ di un referendum per abrogare il
‘porcellum’. L’ex ministro della Difesa del governo Prodi non arretra
di un millimetro: martedi’ , quando in serata si riuniranno a Santi
Apostoli tutti quelli che hanno depositato il quesito, sara’ un giorno
decisivo. ‘Ognuno dira’ quali parti del corpo e’ disposto a mettere
nell’impresa’.

‘Per parte mia -dice Parisi- ripetero’ quello che ho sempre

detto. Che perdere e’ rischioso ma perdersi e’ mortale. La mia pure
tardiva esperienza politica, prima attraverso i referendum
istituzionali, poi attraverso il ’96 e il ’98, mi ha confermato nella
convinzione che ci sono battaglie che debbono essere fatte e basta’.
Dopo l’ultima direzione del Pd non si e’ piu’ sentito parlare del
referendum contro il porcellum. E’ stato forse ritirato? ‘E chi
potrebbe mai ritirarlo? -replica- Anche se non sono pochi quelli che
pensano di essere gia’ riusciti nell’intento di ucciderlo in culla, il
referendum e’ la’ in attesa che qualcuno lo porti avanti’. E ancora:
‘Non credo che siano venute meno le ragioni della iniziativa. Vedo
invece che il tempo passa invano’.

‘Oltre tutto -spiega- una volta depositato, il meccanismo
istituzionale non prevede che qualcuno lo possa ritirare. Ne’ e’
possibile che il comitato possa decidere sia pure a maggioranza
assoluta di non farne piu’ niente. Al massimo i ventinove firmatari
possono stringere e onorare un patto di inazione. Ma lo debbono fare
all’unanimita’. Se, infatti, tre tra i firmatari si presentassero in
Cassazione con le firme, il referendum continuerebbe comunque il suo
iter’.

Detto questo -osserva Parisi- resta vero che,
gia’ depositando il referendum l’11 luglio si e’ partiti
in ritardo. A
questo si e’ aggiunta poi l’attesa della direzione Pd guidata in acuni
dalla illusione e dall’argomento che il partito, pur avviando l’iter
per il deposito di una sua legge elettorale, appoggiasse o guardasse
con simpatia il referendum non fossaltro che per costringere il
Parlamento a decidere al riguardo. Siamo invece qua al 23 luglio
con
Bersani che ribadisce che un partito non sostiene referendum, e allo
stesso invita i dirigenti ad astenersi da ogni iniziativa. E cosi’
-avverte- si sono persi altri 13 giorni preziosissimi. .

‘Io in questa impresa -ricorda l’ex ministro- ci sono entrato
per ultimo. Convinto come sono che il Paese non possa permettersi un
altro Parlamento sporcato dalla porcata che lo ha eletto, penso che il
problema possa essere risolto in Parlamento con una leggina di un solo
articolo che, abrogando il porcellum, ci riporti alla legge
preesistente. E avevo percio’ depositato da anni una proposta al
riguardo. Difronte alla totale indifferenza del Parlamento e del mio
stesso partito, mosso dalla disperazione mi sono deciso a sostenere la
proposta di altri’.

‘La prima idea -ricorda- e’ stata formulata da Castagnetti, il
sostegno piu’ qualificato lo ha espresso Veltroni.
Una volta partiti,
lo lavorato per un confronto e una convergenza con Idv e Sel. Con loro
sono andato in Cassazione a sottoscrivere un quesito formulato dal
Professor Morrone. Con Di Pietro,
Migliore, Castagnetti, Veltroni e,
Bachelet in rappresentanza dei seguaci della Bindi lo abbiamo
presentato ai cittadini. Assieme abbiamo ripetuto il senso della
iniziativa. Non una ulteriore partita nell’infinita disfida tra i capi
del Pd. E meno che mai una schermaglia di retroguardia con quelli del
Comitato Passigli. Un mezzo, invece -assicura- per consentire ai
cittadini di esprimere tutta la loro rabbia e indignazione non solo
sul web e sulle piazze’.