“Si avvicinano i giorni delle scelte. Per tutti. Le nostre son le stesse da sempre. Esse ci chiamano tuttavia all’ascolto e al confronto perchè alle parole giuste seguano finalmente fatti giusti, e quelle sbagliate non producano fatti sbagliati. Oggi è il giorno di Veltroni. E’ con le sue parole che dobbiamo perciò confrontarci. Ed è in riferimento ad esse e ancor più ai timori della vigilia, e alla memoria delle parole e dei fatti dei mesi scorsi che sento il dovere di riconoscere che questa volta Veltroni ha scelto. A suo modo. Minimalista, pacato, sereno e dilatorio, ma ha scelto. Da una parte sta il sistema tedesco e la bozza Bianco, dall’altro la ricerca di una strada che sembra rimettere al centro le parole della stagione dell’Ulivo che lui stesso sembrava aver abbandonato: bipolarismo, scelta dei cittadini, rifiuto del ritorno al proporzionale. Così come a suo tempo non ci fu possibile riconoscerci nel Veltroni che invece di scegliere si era fatto scegliere, questa volta non possiamo non riconoscere la sua scelta, ed essere al fianco del Veltroni che sceglie.
La diversità delle idee della democrazia e del partito che stavano dietro Veltroni alla fine si sono manifestate. Il confronto che nelle primarie e nella stessa assemblea costituente era stato occultato, negato, rifiutato, e rinviato alla fine si è imposto. Da una parte sta la democrazia della decisione che riconosce ai cittadini la scelta del governo, della maggioranza e del programma. Dall’altra la democrazia della delega che riaffida ai professionisti il compito di tessere e disfare ogni giorno la tela della politica. Da una parte la democrazia dell’alternativa fondata sulla competizione e aperta all’alternanza tra diverse proposte di governo. Dall’altra la democrazia della consociazione fondata sulla alleanza permanente dei vertici di partito. Da una parte la nuova stagione della Repubblica che non si è ancora compiutamente affermata. Dall’altra la stagione passata che non si è mai definitivamente conclusa.
I giorni dei tatticismi e dei giochi di parole vanno finendo e assieme ad essi l’illusione di scelte unanimistiche. Per la prima volta viene riconosciuto che la maggioranza che ha portato Veltroni alla segreteria del Partito è divisa sulle risposte da dare ad interrogativi che sono fondamentali per la concezione della democrazia e lo stesso profilo politico del Partito. Come ha ripetuto recentemente Rosy Bindi è necessario a questo punto che le due idee di democrazia cessino di confrontarsi sui giornali e riconoscano nel partito il luogo e lo strumento per decidere quale delle due debba prevalere. La democrazia della scelta nella quale tutti diciamo di riconoscerci chiede un partito che sceglie. Un partito che sceglie non può tuttavia che scegliere in modo democratico. Raccolga Veltroni la proposta che nei giorni scorsi assieme a Rosy Bindi abbiamo formulato per la convocazione della Assemblea Costituente del Partito Democratico. Perchè mai milioni di italiani hanno partecipato alle primarie se neppure ai loro delegati è consentito di discutere e di decidere in una scelta così importante per il Paese?