E’ davvero la volta
buona? L’aggressione di Milano aprirà la strada alle riforme?
Mi consenta di dubitarne. Prima di avanzare qualsiasi
pronostico preferirei far passare qualche giorno e comunque superare il clima natalizio e la stagione delle feste. Basta ricordare che le elezioni regionali che oggi pensiamo si svolgano l’anno venturo, ci appariranno, al ritorno delle vacanze come imminenti. Quando si riapriranno le Camere mancherà poco più di un mese dall’inizio della campagna elettorale. Delle cose serie e’ meglio riparlarne dopo le regionali. E le riforme che interessano il Paese sono cose serissime. Non e’ un caso che il dibattito sul provvedimento sulla cittadinanza e’ stato con impudenza aperto alla vigilia del Natale e per prudenza rinviato immediatamente a dopo il voto di marzo.
Si fida del presidente del consiglio e
dei suoi buoni propositi> per il confronto con l’opposizione?
Le urgenze che guidano il Presidente sono fin troppo note.
Questo sarebbe tuttavia il meno. Si possono fare delle cose giuste spinti da motivi sbagliati. Ma la giustezza di ogni cosa può essere valutata solo a partire dagli interessi del Paese.
Sarà possibile
realizzarle se la maggioranza approverà in tempi brevi le leggi ad
personam per salvare il premier dai processi?
Dovrei ripeterle quello che vanno ripetendo senza eccezione
i dirigenti del mio partito. Non fate conto su di noi se avete in mente leggi ad personam. Ma questo non basta. Ci vorrebbe pure che qualcuno si attendesse il nostro sostegno! Ne’ posso riconoscermi nell’annuncio, non so se promessa o minaccia, che la nostra resistenza sarà contenuta nei limiti regolamentari. Se un partito credesse in una legge, anche se questa dovesse avere come ricaduta un vantaggio
particolare, dovrebbe prendersi la responsabilità di difenderla e nel caso correggerla. Se invece ritiene che sia ingiusta o inopportuna non può limitarsi a non appoggiarla ma la deve contrastare con tutta la forza e con tutti i mezzi che le norme e il confronto politico mettono a sua disposizione. Misurare le parole, abbassare i toni, controllare i gesti e’ doveroso. Questo non significa tuttavia non usare tutti i mezzi disponibili per rappresentare dentro le istituzioni le opinioni e le emozioni dei cittadini, soprattutto quelle che noi stessi abbiamo sostenuto e alimentato.
D’alema però sembra
aver indicato la strada del legittimo impedimento come riduzione del danni
rispetto al processo breve.
Sento da troppe parti annunciare troppe cose a nome del mio
partito. Alla vigilia di Natale ho sentito La
Torre ricordare che il congresso del partito avrebbe deliberato una linea alla quale tutti dovremmo attenerci. Onestamente non so quale sia la linea della quale si parla, nonostante che nel corso del cosiddetto congresso per poter orientare il mio voto abbia chiesto ripetutamente ai candidati delucidazioni al riguardo. Il problema non e’ il confronto sulle riforme e neppure l’inevitabilità di un compromesso. In democrazia più che una scelta questo e’ un dovere. Il problema e’ capire che cosa si scambia con che cosa, e, prima ancora essere rassicurati che ciò che si scambia sia nella nostra disponibilità e che lo scambio sia giustificato dall’interesse del Paese.
D’Alema però sembra
aver indicato la strada del legittimo impedimento come riduzione del danni
rispetto al processo breve.
Posso sorridere? Non fossaltro perche’ il Natale e’ qui a
ricordarci che ci sono fatti,valori, e sentimenti che trascendono la quotidianita’ delle nostre vicende, fatti. valori e sentimenti con i quali e’ meglio evitare di scherzare.